Malattia con truffa, conto di 126mila euro 

Davanti alla Corte dei Conti un caporalmaggiore degli alpini. In due anni 39 certificati medici, ma lavorava per altri e portava pesi


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Avrebbe tratto in inganno l’amministrazione militare per circa due anni lamentando dolori invalidanti a seguito di un’ernia (in realtà molto meno grave di quanto segnalato) con conseguente sindrome depressiva.

Al centro del caso c’è un caporalmaggiore degli alpini, al tempo dei fatti in servizio presso il quinto reggimento di Vipiteno, seguito, filmato e fotografato dai carabinieri durante il periodo di malattia mentre effettuava lavori per terzi sollevando e trasportando pesi anche rilevanti che mai avrebbero potuto essere compatibili con il presunto dolore patito.

Sotto il profilo penale il militare è stato condannato con sentenza definitiva (truffa militare pluriaggravata per simulazione di infermità) ad un anno e sei mesi di reclusione (diventata irrevocabile nel marzo di due anni fa) con condizionale subordinata alla prestazione di 200 ore di attività professionale non retribuita a favore della collettività. Ora è però la magistratura contabile a presentare il conto. Sulla base della segnalazione del tribunale militare di Verona, la Procura presso la Corte dei Conti di Bolzano ha infatti avviato un procedimento con una richiesta risarcitoria complessiva di 126.676 euro, a cui andranno aggiunti interessi ed inevitabile rivalutazione monetaria. Il conto è il frutto di una doppia valutazione monetaria da parte della Procura contabile.

In primis la pubblica accusa ha quantificato i circa due anni di stipendi percepiti dal caporalmaggiore che aveva documentato la presunta malattia presentando qualcosa come 39 certificati medici che attestavano l’impossibilità del militare di prestare servizio a seguito del dolore avvertito. L’inchiesta sull’intera vicenda non ha portato ad un atto di accusa anche nei confronti dei medici in quanto il militare sarebbe stato capace di ingigantire una condizione clinica decisamente meno grave di quanto prospettata tra il 29 ottobre 2012 ed il 16 maggio 2014. Tanto che lo stesso militare proprio nell’ultima fase della presunta incapacità a prestare servizio, venne seguito e filmato dai carabinieri mentre effettuava lavori pesanti per conto di terzi. La Procura contabile ha così quantificato un danno diretto di 90.269 euro (per gli stipendi indebitamente percepiti) ed un danno di immagine per le Forze Armate per 36.106 euro (pari al 40 per cento del danno diretto). Ieri in occasione dell’udienza davanti alla Corte dei Conti di Bolzano il militare ed il suo avvocato non si sono nemmeno presentati. E’ stato il giudice relatore a ricordare le tesi difensive illustrate in una memoria scritta in risposta all’invito a dedurre. In sostanza la difesa contesta che tutto il periodo della presunta malattia possa essere considerato truffaldino ritenendo insussistente anche il presunto danno di immagine.

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