Malattie mentali, a Gries apre il nuovo polo di cura

Ultime settimane di lavori. Per un anno l’edificio ospiterà anche le «palliative» L’Asl distribuisce nel rione 2000 questionari per sensibilizzare la popolazione


di Davide Pasquali


BOLZANO. Cari abitanti di Gries, stasera spegnete la tv e dedicatevi a compilare il questionario anonimo distribuito dall’Asl nelle vostre cassette delle lettere. Esagerando ci vogliono cinque minuti. Poi, domani, fate lo sforzo di andare a consegnarlo al centro civico di piazza Gries 18. Il gioco vale la candela, perché così facendo contribuirete ad un importante sondaggio scientifico sulle malattie mentali, messo in campo dal centro di riabilitazione psichiatrica del Grieserhof. Il quale sta per chiudere la vecchia sede all’interno dello storico edificio di via Vittorio Veneto, che nella primavera prossima verrà demo-ricostruito e trasformato in una casa di riposo, per trasferirsi nella nuova moderna sede al civico 44C di via Fago. Il trasferimento in area ex croce Bianca si sarebbe dovuto perfezionare già ad agosto, ma per cause tecniche è slittato a fine settembre/inizio ottobre. Per preparare il quartiere, sensibilizzando la popolazione sulle tematiche delle malattie mentali, adesso l’Asl sta distribuendo duemila questionari. L’operazione verrà ripetuta fra qualche mese e infine di nuovo ad un anno dall’apertura del nuovo polo di riabilitazione psichiatrica. Qual è il grado di conoscenza del fenomeno da parte della popolazione? Quale il grado di accettazione di strutture come il nuovo polo? Quale il grado di tolleranza dei malati? Quali azioni si possono intraprendere per sensibilizzare chi risiede in zona? A seguire, verranno organizzate campagne di informazione, già iniziate nelle varie scuole del quartiere. Il primo passo saranno le porte aperte dopo l’inaugurazione.

Il nuovo polo sostituirà quello ospitato dal Grieserhof sin dal dicembre 1999. Nel nuovo edificio, progettato dall’architetto Matteo Scagnol, si sono realizzati 24 posti letto residenziali temporanei e un centro diurno. In futuro ci sarà poi anche una comunità alloggio da 12 persone, per curare il disagio psichico su tempi più lunghi. Inizialmente, però, al posto della comunità alloggio l’edificio ospiterà le cure palliative del dottor Bernardo, che si trasferiranno temporaneamente in via Fago, per circa un anno, in attesa della ristrutturazione dell’attuale reparto al San Maurizio.

La struttura psichiatrica non sarà chiusa, intanto perché alcuni pazienti la frequenteranno solo di giorno, tornando poi alle loro residenze abituali alla sera. Ma poi, l’intenzione è di aprire il polo al quartiere, includendo i pazienti nella realtà rionale. A tale proposito, da subito verranno aperte al pubblico e alle associazioni sia la palestra, sia la mensa, sia un’aula computer dove si potranno organizzare corsi di alfabetizzazione informatica per anziani eccetera.

Come spiegano i responsabili del nuovo polo di riabilitazione psichiatrica, non si tratterà di una casa per la vita. Un tempo c’erano i manicomi, dove i malati mentali venivano rinchiusi o per meglio dire seppelliti. In questo caso si tratta invece di una struttura temporanea, volta alla riabilitazione dei pazienti. Un istituto che punta molto a integrarsi nel quartiere. L’esperienza fatta al Grieserhof è stata positiva, ma in quel caso si trattava di una sorta di struttura protetta dall’esterno, chiusa all’interno di un parco, dove il resto del rione non entrava. In via Fago, invece, si sarà nel cuore di una zona residenziale. La scommessa è riuscire ad “aprire”, per davvero, la struttura al quartiere. Per la buona riuscita saranno fondamentali i dati raccolti con il questionario del “Progetto inclusione Gries”.

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