la protesta di un bolzanino 

Malattie rare, niente rimborsi fuori da qui

BOLZANO. «Niente da fare, chi è affetto da una malattia rara se vorrà avere gratuitamente i farmaci salvavita dovrà restare prigioniero in Alto Adige». «Lo ha deciso la giunta provinciale - spiega il...



BOLZANO. «Niente da fare, chi è affetto da una malattia rara se vorrà avere gratuitamente i farmaci salvavita dovrà restare prigioniero in Alto Adige». «Lo ha deciso la giunta provinciale - spiega il consigliere Alessandro Urzì (“L’Alto Adige nel cuore”) - che ha respinto una mia mozione con cui chiedevo di individuare soluzioni per garantire la mobilità dei pazienti che necessitano di un continuo trattamento farmacologico». A proposito Girolamo Amato, residente in Alto Adige, ha in mano una lettera del ministero della salute che sollecita l’Alto Adige ad individuare soluzioni organizzative idonee a consentire la mobilità di pazienti in trattamento farmacologico. «Mia moglie - spiega Amato - fatica a trovare in Calabria i farmaci di fascia H per la cura della fibrosi polmonare idiopatica. E questo capita in occasione dei trasferimenti e del soggiorno fuori regione per lunghi periodi. Ho chiesto al ministero ragione della questione». Ed il ministero ha evidenziato in una risposta scritta, la necessità di agevolare l’approvvigionamento dei farmaci per la cura delle malattie croniche e rare per garantire la continuità dei trattamenti, anche quando siano classificati in classe H e/o sottoposti a piano terapeutico. «Si sollecita ad individuare soluzioni organizzative idonee a consentire la mobilità dei pazienti in trattamento farmacologico anche nel caso in cui il piano terapeutico preveda un monitoraggio periodico tra una prescrizione e l’altra». Una decisione sconcertante, il no della giunta, secondo Urzì: «Ho segnalato che vi sono pazienti costretti a tornare in Alto Adige perché in altre regioni non riescono ad ottenere i farmaci indispensabili alla sopravvivenza. L’assessore Stocker si è dimostrata indisponibile ad accogliere la mia richiesta per porre la questione sul tavolo nazionale, abbandonando malati e familiari. Se dovranno trascorrere un periodo fuori provincia per lavoro o per vacanza i pazienti dovranno fare bene i conti e rientrare prima di averli esauriti».















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