Mandato in archivio il tram, il Comune ripartirà dai bus  

Incontro a palazzo Widmann. Il presidente Kompatscher: «Si cercheranno misure alternative per la mobilità e come Provincia cofinanzieremo nuovi progetti». Ma intanto i 40 milioni per il tram saranno destinati ad altre opere


ANTONELLA MATTIOLI


Bolzano. Indietro tutta. Dopo che il referendum di domenica ha bocciato (70,1% i contrari) il progetto del tram, bisogna trovare soluzioni alternative per ridurre il traffico che nei prossimi sei anni, secondo i tecnici, aumenterà del 35%.

L’ipotesi più probabile - anche perché non ci sono tante alternative - è che al posto del tram, si punti sul piano B, ovvero su una robusta iniezione di bus all’idrogeno, per aumenta i mezzi e la frequenza. Ma non sarà questione di giorni e probabilmente neppure di pochi mesi, l’individuazione di soluzioni alternative.

Tempo e fondi persi

Il primo effetto dunque della bocciatura del tram decretata in maniera nettissima dai bolzanini è quello che si perderà altro tempo; il secondo è che la certezza del finanziamento da 40 milioni garantito dalla Provincia per il tram, si è trasformata in una promessa di cofinanziare altri progetti per la mobilità alternativa a Bolzano. E non potrebbe essere diversamente, visto che la Provincia non può congelare il tesoretto in attesa dei nuovi piani del Comune.

Le assicurazioni

Ieri il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha voluto che alla conferenza stampa della giunta partecipassero anche il sindaco Renzo Caramaschi e il vice Luis Walcher. Obiettivo duplice: uno pratico, l’altro politico. Ovvero assicurare che l’appoggio finanziario della Provincia ci sarà anche in futuro. E “blindare” Caramaschi che - nonostante il progetto tram fosse sostenuto dall’intera giunta - esce indebolito dalla debacle referendaria in vista delle elezioni di maggio. «I bolzanini - ha detto Kompatscher - hanno bocciato il tram, non il sindaco».

L’agenda Bolzano

In attesa di soluzioni alternative, si va avanti con le opere contenute nell’agenda Bolzano, finanziate in parte o in toto dalla Provincia. Si va dal progetto per la galleria di Monte Tondo che costa 75 milioni a quello per il sottopasso di via Roma; e poi ancora il sovra e sottopasso di via Einstein che ne costa 16; il completamento del metrobus che consentirà di dimezzare i tempi delle corse: dai 15 minuti attuali ai 7 e mezzo auspicati; una corsia preferenziale per il bus dovrebbe collegare la stazione ferroviaria alla via Buozzi, in zona industriale.

E lo spostamento dell’A22 in galleria? «C’è anche quella», ha detto il sindaco e Kompatscher l’ha confermato. Al momento però è tutto fermo: in attesa di vedere come risolvere il problema del passaggio in mano pubblica delle azioni dei privati. Condizione indispensabile per trasformare l’A22 in società in house cui affidare la gestione dell’autostrada.













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