Manifesti anti-carabinieri in Alto Adige: due ministri contro la Klotz

Alfano pronto ad autorizzare l'indagine, La Russa a querelare. Il responsabile della Difesa: possibile denuncia per diffamazione contro l’Arma dei carabinieri sulla Notte dei fuochi


Mario Bertoldi


BOLZANO. Il ministro Angelino Alfano si appresta a dare il via libera all'inchiesta per vilipendio a carico dei tre esponenti del «Südtirol Freiheit» per il manifesto sulle «notti delle torture» dei carabinieri.

La richiesta inviata a Roma dal procuratore Guido Rispoli verrà ufficialmente esaminata nelle prossime ore ma secondo i più stretti collaboratori del Guardasigilli la decisione sarebbe già presa anche perchè non vi è obbiettivamente motivo per dire no ad una incriminazione che, almeno nella fase istruttoria, appare blindata. Questo anche se sotto il profilo prettamente giuridico potrebbe risultare discutibile la consistenza o meno del vilipendio. Ben difficilmente, comunque, il ministero farà una valutazione tecnica e giuridica sul tipo di reato, lasciando l'onere al procuratore Rispoli di muoversi come meglio crede.

Certo è che il manifesto di Eva Klotz appare pesante ed offensivo per tutta l'Arma dei carabinieri con il cappello d'ordinanza della Benemerita accanto ad una macchia di sangue con riferimento alle presunte torture cui sarebbero stati sottoposti alcuni sudtirolesi arrestati dopo la notte dei fuochi.

La richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal Procuratore capo Guido Rispoli presenta poi una particolarità: chiede al Ministro e ai tecnici del ministero una valutazione sull'ipotesi del reato individuato e perseguibile d'ufficio, quello cioè del vilipendio. Successivamente alla decisione del Ministro Alfano (a cui è stata chiesta anche la valutazione giuridica dell'ipotesi di vilipendio) non è escluso che il procuratore Rispoli - in presenza del via libera - possa decidere di chiedere al giudice il sequestro preventivo dei manifesti, così come accadde in occasione dei manifesti con il tricolore spazzato via come spazzatura.

Intanto l'intera vicenda è finita al vaglio anche di un secondo ministro, quello della Difesa Ignazio La Russa. I carabinieri stanno infatti valutando assieme al ministro l'ipotesi, sempre più probabile, della presentazione di una querela per diffamazione da parte di tutta l'Arma, a cui potranno aggiungersi anche singoli carabinieri che potrebbero ottenere dal ministero l'appoggio legale per un'unica grossa causa per diffamazione.

Per i promotori del «Südtiroler Freiheit» sarebbe l'ipotesi più rischiosa perchè ogni carabiniere (ieri se ne sono presentati alcuni anche di lingua tedesca dal procuratore) potrebbe costituirsi parte civile e ottenere anche un risarcimento economico.
Se si arrivasse ad una anzione legale clamorosa con migliaia e migliaia di carabinieri querelanti, il movimento di Eva Klotz rischierebbe di trovarsi di fronte a sentenze risarcitorie nel complesso pesantissime. In caso di procedimento per diffamazione i responsabili del movimento di Eva Klotz tenteranno ovviamente di andare a rileggere i fatti negli anni Sessanta mettendo in discussione non solo le sentenze passate in giudicato ma anche i responsi di tutti gli accertamenti che all'epoca gli inquirenti disposero.

Per la morte avvenuta in carcere di due estremisti sudtirolesi negli anni 1961 e 1962, all'epoca furono anche i consulenti tecnici delle famiglie delle vittime a stabilire (con certificazioni sottoscritte) che i decessi non erano avvenuti per maltrattamenti o percosse.

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