provincia e caccia

Marmotte, «mille da abbattere»

L’assessore Schuler firma il decreto: rovinano i prati da sfalcio



BOLZANO. In Svizzera e Austria la caccia alle marmotte è consentita, mentre in Italia sono classificate tra le specie protette. Ciononostante la legge quadro italiana in materia venatoria consente la caccia alle marmotte laddove vi siano precise condizioni. L'assessore provinciale all'agricoltura, Arnold Schuler, ha firmato il decreto riguardante "L'autorizzazione al controllo delle marmotte 2015 nei prati da sfalcio con danni rilevanti e loro vicinanze nonché presso infrastrutture a rischio" in quanto viene identificato nelle marmotte un comportamento a rischio per l'economia dell'alpeggio che caratterizza la tradizione agricola e forestale della nostra provincia e ne rappresenta una vera e propria ricchezza.

I danni causati dagli scavi e dai cunicoli delle marmotte rappresentano, secondo i vertici del settore agricolo provinciale, un pericolo per l'economia dell'alpeggio nonostante i contributi versati ai contadini per la loro rifusione, in quanto la carenza di manodopera e l'impossibilità di utilizzare i macchinari rendono non economica la loro cura e risistemazione.

In base a queste considerazioni e per evitare danni ingenti all'economia dell'alpeggio il decreto autorizza la caccia alle marmotte laddove siano stati registrati "danni rilevanti nei prati da sfalcio, nelle loro vicinanze, nonché presso infrastrutture a rischio". Attualmente in Alto Adige si stima che la popolazione di marmotte ammonti a circa 50.000 esemplari che risiedono su un'estensione di circa 75.000 ettari. Nel 2015 sono stati denunciati danni ai prati da sfalcio causati dalle marmotte, nei quali i loro scavi e cunicoli hanno danneggiato almeno il 10% della superficie complessiva, in 210 località e 429 parcelle catastali.

Sono stati inoltre dichiarati danni causati dalle marmotte a strutture come fienili, rifugi, bacini di raccolta lungo i corsi d'acqua, ecc. Il decreto firmato ieri dall'assessore Schuler prevede l'abbattimento per il 23015 di 958 marmotte, che corrisponde al 3% della popolazione complessiva di 31.710 esemplari censiti nelle 40 riserve di caccia. Nel 2014 l'analogo decreto aveva consentito l'abbattimento di 944 esemplari con l'abbattimento effettivo di 657. Il permesso di cacciare le marmotte si riferisce a 1280 ettari, riguardanti le aree danneggiate ed i 100 metri limitrofi, pari al 2,5% della superficie dell'habitat di 50.138 ettari che costituiscono le 40 riserve di caccia. Le misure di prevenzione, come la chiusura delle buche o metodi dissuasivi, a detta dei proprietari delle malghe nonchè confermato da guardacaccia e dall'autorità forestale non hanno avuto successo. A tale conclusione sono giunti anche Paesi confinanti a seguito di specifiche sperimentazioni.

La sperimentazione della fattibilità, funzionalità e valutazione dei costi-efficacia degli interventi, sono state oggetto nel 2015, di una tesi di master di laurea di una studentessa con supervisione del dottor Alfred Frey-Roos dell'Istituto di Biologia della selvaggina e Gestione venatoria dell'Università Boku di Vienna, coordinata dall'Ufficio Caccia e pesca della Provincia su diverse aree campione.(da.pa)

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