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Materne, la protesta degli insegnanti a Bolzano: «Siamo scuole, non parcheggi»

I docenti contro la proposta di tenere aperte le scuole a luglio, allungando il calendario a 11 mesi. Moggio (Gs): «Le famiglie vanno ascoltate, ma non sacrificando l’educazione»



BOLZANO. In centinaia ieri, 13 ottobre, hanno affollato piazza Magnago per la manifestazione del personale delle scuole dell'infanzia. Un mare di maestre e maestri con tamburelli, fischi e sonagli sventolavano bandiere sindacali e cartelli dal contenuto chiarissimo: «Siamo scuole, non parcheggi».

La protesta vuole impedire che l'Alto Adige segua l'esempio trentino e allunghi il calendario delle materne a 11 mesi, tenendo aperto a luglio. Una proposta portata avanti dalle associazioni delle famiglie allo scopo di aiutare i genitori nel periodo estivo.

A febbraio il presidente del Consorzio dei Comuni Andrea Schatzer aveva discusso in Provincia della possibilità e da quel momento è arrivata la risposta sindacale. «Vogliamo aprire un dibattito pubblico perché ci sono esigenze delle famiglie che vanno ascoltate, ma non a scapito della qualità della scuola dell'infanzia», spiega Gianluca Moggio del sindacato Gs.

«Ci sono già cooperative che si occupano dei mesi estivi, e lo fanno benissimo, bisogna valorizzare questo servizio», sottolinea Milene Queiroz (Cisl), «La politica deve andare incontro alle famiglie, aiutarle, ma questo senza sacrificare il benessere degli insegnanti e la qualità dell'istruzione».

Nel corso di un incontro a febbraio era stata discussa anche la possibilità di prolungare l'orario delle scuole materne fino al tardo pomeriggio. Una scelta che, secondo i sindacati, ricadrebbe oltre che sugli insegnanti sui bambini stessi.

«I bimbi non possono stare alla materna dalla mattina alla sera. Hanno bisogno di stimoli, di tranquillità e soprattutto hanno bisogno dei genitori. E noi abbiamo il diritto di crescere anche i nostri figli oltre a quelli degli altri», così si è rivolta ai presenti in piazza la sindacalista Cgil Ulli Bauhofer, tra gli applausi della folla e dell'assessore alla scuola tedesca, Philipp Achammer, presente a sostegno degli insegnanti. «Un bambino merita di essere seguito», ha aggiunto Cornelia Brugger (Cgil), «Con gruppi di oltre cinquanta bambini come si può garantire qualità dell'educazione?». Resta il problema delle famiglie, che chiedono di essere aiutate.

Le altre richieste

Moggio si dichiara preoccupato per il futuro del settore, «nei prossimi anni migliaia di insegnanti andranno in pensione e ad oggi non abbiamo abbastanza neolaureati, o quelli che abbiamo preferiscono andare alla scuola primaria». I motivi sono diversi, a partire dalla quantità di ore educative con i bambini che nelle scuole dell'infanzia sarebbero superiori a quelle dell'intero settore scolastico. «In più siamo gli unici dipendenti dell'amministrazione provinciale ad essere in attesa della disciplina contrattuale sui pasti da gennaio dell'anno scorso», spiega Bauhofer. «Dopo un anno e mezzo di contrattazione ancora non ci è stato riconosciuto questo diritto. Ci sentiamo trascurati». M.A.













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