Matteo Franceschini: «Porto a Bolzano il mio Orfeo rock»

Il Teatro Comunale ospita la prima nazionale di "My way to hell"


Sandra Matuella


BOLZANO. La stagione Amore & Resistenza del Teatro Comunale ospita la prossima settimana la prima nazionale di "My way to hell" del giovane ma lanciatissimo compositore trentino Matteo Franceschini: si tratta di un'"electropera" ispirata al mito di Orfeo, il leggendario cantore che con la sua musica sfida le ombre dell'inferno per ritrovare la sua amata Euridice. Classe 1979, studi al Conservatorio di Trento e di Milano, Matteo Franceschini è una star della musica contemporanea europea, specie quella francese, ed ha già partecipato con successo a tre edizioni della Biennale Musica di Venezia, mentre ora è in residenza all'Orchestre National d'Ile de France, per la quale sta componendo un pezzo per grande orchestra e coro trasmesso da Radio France. La scrittura orchestrale è il suo punto di forza e a marzo, a Bolzano, Merano e Trento, l'Orchestra Haydn con il Trio di Parma eseguirà una sua nuova composizione dedicato al tema dello specchio.
Intanto, a Bolzano c'è grande attesa per "My way to hell", in scena il 16, il 18 e il 19 febbraio, in cui rivisita il mito di Orfeo con soprano, tenore, gruppo rock e live electron ics: questa electropera diretta da Volodia Serre, avrà sul palco, in veste di bassista rock, lo stesso Matteo Franceschini. Come ci ha svelato da Parigi, dove lo abbiamo raggiunto al telefono tra una prova e l'altra, quello per la musica rock è un suo grande amore: "Mi sono diplomato in clarinetto, ma per tre anni ho studiato anche contrabbasso e musica jazz con Franco D'Andrea, e contemporaneamente, per divertimento, suonavo il basso in gruppi rock con Stefano Pisetta alla batteria e Patrick Trentini alle tastiere. Per questo lavoro serviva un bassista rock con formazione classica, visto che sarei stato comunque sul palco per gestire il live electronics, così ho deciso di tornare a suonare il basso e confesso di divertirmi un mondo".
Come è nata l'idea di rileggere con la musica rock il mito di Orfeo, che nel Seicento ha segnato la nascita del melodramma?
"Mi sono ispirato a un lavoro di Luciano Berio in cui porta le canzoni dei Beatles nella musica barocca, mentre io ho fatto il contrario: portare la musica classica dell'Orfeo di Monteverdi e di Gluck, nella musica di oggi, nell'area pop e rock".
Il pubblico più tradizionalista come reagisce?
"Ho piena fiducia nel pubblico, soprattutto nelle giovani generazioni che sono aperte ad un ascolto di musica rock come della classica e della contemporanea senza porre chiusure nette tra un genere musicale e l'altro".
Come mai tanta voglia di rock? Nostalgia?
"No, non c'è nessuna nostalgia o la presunzione di fare il rockettaro, o voglia di giovanilismo: è semplicemente una mia necessità. In fondo credo che tutta la mia musica sia giovanile, nel senso che sto attento all'aspetto percettivo, e le dinamiche e le tensioni che cerco per comporre musica classica o elettronica, abbiano in sé l'energia propria del rock".
Il rock per Orfeo, mentre alla Biennale di Venezia ha portato nel tempio della musica contemporanea il Croz Corona che è un coro alpino: provocare e spiazzare il pubblico è la sua passione?
"Sono convinto che un artista debba sempre mettersi in discussione, affrontando progetti molto diversi tra loro: io ho bisogno di sfide sempre nuove per pormi nuove domande, cercare nuove risposte anche a costo di rischiare di sbagliare: anzi, in questo mestiere il rischio è un dovere, sennò si finisce con lo scrivere solo la musica che funziona: è più facile, ma alla fine ci si fossilizza".

"My way to hell", l'opera di Matteo Franceschini, andrà in scena al Teatro Comunale di Bolzano nercoledì 16, venerdì 18 e sabato 19 febbraio alle ore 20 nella stagione della Fondazione. L'"electropera" di Matteo Franceschini si avvale della regia di Volodia Serre per una produzione Arcal, Grand Théâtre de Reims et La Cartonnerie. Fondazione Teatro Comunale e Auditorium. "My Way To Hell" è un'opera contemporanea, e sarà rappresentata a Bolzano in prima italiana, dopo il successo ottenuto lo scorso marzo a Reims e in altre città europee. Sul palco, assieme a due cantanti/attori, sono riuniti tre musicisti che possono formare al tempo stesso un ensemble barocco o un gruppo rock.













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