Maxi centro sportivo la Provincia ci riprova

Questionario alle federazioni per raccogliere proposte sugli impianti necessari Istituito un gruppo di lavoro con l’università di Innsbruck. Stocker: siamo all’inizio



BOLZANO. Torna l’idea di un centro sportivo provinciale, sull’esempio dei grandi centri austriaci. Era un pallino dell’ex presidente Durnwalder. Il luogo ipotizzato, Castelvecchio di Caldaro. Un polo con impianti sportivi e centri medici per la riabilitazione. Non se ne fece nulla. Ora l’ipotesi è stata rilanciata dall’assessora allo Sport Martha Stocker. Il Coni è stato incaricato di scrivere a tutti i comitati provinciali delle federazioni sportive, inviando un questionario. Agli oltre 40 comitati che si occupano delle discipline sportive praticate in Alto Adige è stato chiesto di esprimere la propria opinione sull’esigenza di un centro sportivo provinciale e sulle strutture eventualmente necessarie. Piste da atletica, campi da calcio, piscine, palestre, campi da basket, da pallamano e volley, ambulatori per la fisioterapia... La situazione attuale è soddisfacente o le squadre hanno l’esigenza di nuovi impianti? Quale potrebbe essere la collocazione più opportuna? Le risposte stanno arrivando, chi è in ritardo verrà sollecitato a scrivere.

Nei mesi scorsi è stato istituito un gruppo di lavoro sul Centro sportivo provinciale, coordinato dall’ufficio Sport della Provincia. È stata chiesta anche una consulenza esterna. L’Istituto di scienze dello sport dell’Università di Innsbruck sta effettuando un giro di consultazioni. Tra questi, anche i partiti in consiglio provinciale. I ricercatori di Innsbruck stanno invitando i capigruppo provinciale per un colloquio dedicato all’opportunità o meno del centro sportivo provinciale.

Le risposte che arrivano al Coni da parte dei comitati sportivi sono generalmente favorevoli. Molta attenzione viene posta al tema della medicina dello sport e della riabilitazione. Il centro verrebbe finanziato dalla Provincia. Martha Stocker ribadisce che si tratta di «una fase interlocutoria». Una fase, spiega, «che ci servirà per capire se c’è la necessità di un centro sportivo provinciale e quali sport dovrebbero esservi ospitati. È vero che se ne parla da molto tempo e che non c’è un parere unanime. Alcune federazioni sportive sono entusiaste, altre sostengono di non sentire la necessità di un simile polo».

Quanto alla collocazione, tramontata la vecchia ipotesi di Caldaro, riferisce Martha Stocker, «non c’è ancora alcuna idea alternativa. Siamo veramente alle prime battute, perché per anni la discussione era stata archiviata». Il centro provinciale potrebbe essere il primo passo verso la «nazionale» sportiva sudtirolese sognata dalla destra tedesca? Nel mondo del Coni lo escludono. (fr.g.)

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