Maxi-striscione per i mistilingui Troppo grande, e la Lega rinuncia

A Bolzano, sul muro, un ritratto gigantesco di Elena Artioli, con la frase: "Esci dal gregge". Ma il manifesto era talmente grande che i militanti non sono riusciti ad ancorarlo ai supporti


Mario Bertoldi


BOLZANO. Il filone più «politico» dell'inchiesta sull'installazione delle indicazioni segna-via lungo i sentieri di montagna dell'Alto Adige è destinata all'archiviazione. Si tratta, come si ricorderà, dell'indagine condotta in prima persona dal procuratore capo Guido Rispoli. In primo piano c'è una Elena Artioli concentrata e assorta. Invita a «uscire dal gregge», cioè a dichiararsi mistilingui. Il messaggio campeggia enorme sul nuovo manifesto della Lega. Ma un po' come la pubblicità del pennello, più che un manifesto grande serviva un grande manifesto. E così lo striscione è risultato troppo pesante per essere appeso all'esterno della sede di piazza Verdi. I militanti del Carroccio non sono riusciti ad ancorarlo ai supporti e per il primo giorno si sono dovuti accontentare di tenerlo per un po' a forza di braccia, mostrandolo alla stampa. Adesso dovranno fare un nuovo tentativo con uno striscione più piccolo. Il disguido non ferma l'Artioli nella sua battaglia per il riconoscimento dei mistilingui: «Il Consiglio di Stato ha già sancito nel 1984 il diritto di dichiarare la verità rispetto alla propria appartenenza etnico-linguistica». La consigliera della Lega ha già fatto ricorso contro la Provincia per difendere il proprio diritto individuale a dichiararsi con la propria vera identità in fatto di appartenenza al gruppo linguistico. Ora lancia questa nuova campagna: «Iniziamo a contarci», afferma. E propone l'idea di un sondaggio sulla reale volontà di chi è nato da genitori appartenenti a due gruppi linguistici differenti a dichiararsi mistilingue.













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