Medici di base, la rivolta: «Non faremo le guardie»

Susanna Hofmann (Sup/Snami): «Bolzano non può sopportare un simile carico. Finiremo per trovarci a lavorare 24 ore su 24. Pronti ad opporci con ogni mezzo»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «La guardia medica andava potenziata ma assessorato e Azienda la stanno facendo morire per buttare il carico di lavoro sui medici di base. Se la soluzione è questa, faremo ricorso. Non siamo disposti a lavorare 24 ore su 24». Susanna Hofmann, presidente del sindacato dei medici di base Sup e segretario Snami, ha le idee chiarissime. «Sapevamo da mesi in che condizioni era costretta a lavorare la guardia medica di Bolzano, per questo la fuga di 15 medici su 18 non ci ha preso di sorpresa. E non ci prendono di sorpresa nemmeno le parole di Alfred König, direttore dell’ufficio distretti sanitari della Provincia, che vorrebbe riorganizzare il servizio facendoci lavorare giorno e notte. Ricordo che la Riforma clinica punta ad ambulatori aperti dalle 8 alle 20. E mi sa che ai politici va bene spiegare alla popolazione che tra poco potrà avere il medico disponibile anche a Bolzano 24 ore su 24».

Per la dottoressa la situazione è stata fatta precipitare volutamente. «La Guardia andava valorizzata visto che andiamo verso un futuro che vedrà la continuità assistenziale acquistare un ruolo importantissimo. Anche per questo non volevamo che restasse puro precariato, con contratti da rinnovare di tre mesi in tre mesi, ma che diventasse una medicina ben integrata nella medicina generale. E adesso ci tocca questa bella sorpresa». Scusi dottoressa... König dice che fuori Bolzano, come in altre regioni d’Italia, a garantire l’assistenza al territorio, giorno e notte, sono a turno i medici di base, lei che dice? «Che nel resto d’Italia esiste, è vero, ma è esclusivamente su base volontaria. Esiste anche fuori Bolzano, è vero anche questo, ma sarebbe improponibile pensare di fare lo stesso da noi». Perchè? «Perchè in periferia, negli anni, è cresciuta un’altra cultura, i pazienti sono stati educati dal medico e sanno quando chiamarlo, qui da noi la pressione sarebbe continua. Ci troveremmo col carico di lavoro raddoppiato. In periferia poi il medico è reperibile, qui invece dovrebbe andare nella sede della Guardia medica di via Galilei 10 (al Twenty). Ma v’immaginate cosa potrebbe succedere d’inverno, con una semplice epidemia d’influenza, con chiamate ogni 5 minuti anche di notte? Da impazzire. E poi che fa un medico di base... la mattina in ambulatorio e poi la sera in via Galilei? E questo 24 ore su 24? Mi sembra folle». Per la Hofmann è impensabile che il carico di lavoro ricada tutto sul Pronto soccorso. «L’ospedale di Bolzano scoppia quando invece al Pronto soccorso di San Candido e Vipiteno sono ben felici di fare i codici bianchi visto che il lavoro è quello che è. Ma lì i soldi ci sono, qui no!». A rimetterci poi sarebbero ancora una volta le donne. «Certo, sono sicura che l’assessorato finirebbe per obbligare a lavorare di più chi ha “pochi pazienti” (circa 1.500). E spesso sono le donne che, per barcamenarsi tra lavoro e famiglia, scelgono questa strada. Non mi sembra giusto nemmeno questo». Secondo lei l’assessorato dovrebbe aumentare il numero dei medici? «Certo, oggi sono una sessantina a Bolzano, dovrebbero essere di più ma il guaio è che non ce ne sono. Dove andiamo a cercarli. Al Sud? Nelle provincie vicine? All’Est?». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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