il referendum

Megastore, Scolari attacca Benko al Classico

Il preside Pedevilla: «I ragazzi sommersi solo dalla pubblicità della Signa» L’architetto: «Mi piacerebbe sapere perché il referendum aperto ai sedicenni»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. É andato tutto come da copione. Gli studenti hanno affollato (di pomeriggio!) l’aula magna del Liceo per sentire dalla vivavoce dell’architetto Luigi Scolari i dettagli del piano di riqualificazione del quadrante di via Alto Adige. Il preside - Andrea Pedevilla - ha ripetuto che «il fronte del sì al Referendum per il progetto Benko - sostenuto da una forza economica e mediatica enorme - non ha certo bisogno di altri spazi e gli studenti devono sapere per cosa andranno a votare».

E l’architetto Scolari - unico relatore - da mesi su posizioni più che critiche contro il progetto a fianco dei Comitati del no - ha demolito il piano di recupero. Come da copione anche il coro degli indignati. Lorenzo Barzon di Team Autonomie-LiberalPD - fa sapere in una nota che Elena Artioli - sta depositando in consiglio provinciale un’interrogazione per chiedere spiegazioni sull’operato del preside. Sempre Barzon difende Heinz Peter Hager - braccio destro di Benko a Bolzano - che ieri era in aula tra gli studenti «ed ha posto domande, voleva spiegare la sua visione ma è stato interrotto». Critico anche Angelo Gennaccaro (“Io sto con Bolzano”): «Ritengo profondamente scorretta l’operazione a senso unico nelle scuole». Indignata dall’altra parte Rosina Ruatti - docente che fa parte del nuovo coordinamento provinciale -: «Ho chiesto più volte durante le riunioni pubbliche che il commissario Michele Penta si organizzasse per informare i ragazzi delle scuole ma nessuno mi ha mai ascoltato».

Scolari spiega che «la mia è una posizione critica, non contraria al progetto» ma poi di Benko non salva nulla. «Innanzitutto cari studenti... chiedetevi perchè vi fanno votare. Ma lo sapete che i ragazzi sono i maggiori fruitori dei centri commerciali?«. E poi bordate contro la lex Benko «non si intravede l’interesse pubblico... il degrado della zona è sociale non certo urbano». Bordate contro il Comune «sta lasciando andare da anni lo splendido Parco della Stazione che è stato progettato nell’800... e vorrei sapere perchè il Comune che ha sempre ritenuto che quell’insieme fosse meritevole di tutela adesso cancella quella stessa tutela. Lo fa forse nell’interesse pubblico?». E poi a proposito del verde: «Il Parco verrà in parte mangiato. Vogliamo questo?». E sul nuovo edificio: «Sarà una piastra enorme, a me non piace e poi ai piani alti abiteranno i ricchi... dove sta il mix sociale? Rischiamo il deserto delle Albere di Renzo Piano a Trento». E poi l’Areale. «Questo progetto è compatibile? A me sembra di no». Il tutto senza un minimo contraddittorio.

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