Mendola: un altro rogo doloso

Presa di mira la baita di una famiglia altoatesina. Il sindaco di Cavareno: «Poteva scapparci il morto»


di Giacomo Eccher


PASSO MENDOLA. Danni fortunatamente irrisori per l'ennesimo attentato (il quarto in pochi mesi) alle baite della Mendola, ma sufficiente a far tornare al massimo il livello d'allarme per il ripetersi di gesti sconsiderati e criminali, come afferma, senza nascondere la sua preoccupazione, il sindaco di Cavareno Gilberto Zani. L'ultimo episodio della serie risale alla tarda serata tra giovedì e venerdì scorso e nel mirino del piromane stavolta è finita la baita in legno a pochi passi dalla strada provinciale che collega il passo con il parcheggio di attestamento della seggiovia Mendola Campi da Golf. Il piromane ha appoggiato un vecchio pneumatico alla parete retrostante e dopo averlo cosparso di nafta gli ha dato fuoco. L'innesco fortunatamente non ha provocato gravi danni e il fuoco, grazie anche l'intervento tempestivo dei vigili del fuoco di Ruffré e Cavareno, arrivati in pochi minuti, si è annerita solo una finestra limitato senza intaccare la struttura. A dare l'allarme al 115 verso le 22.30 due ragazzi diretti in una baita vicina. Pochi danni dunque ma allarme rosso perché , come fa notare il sindaco Zani, «questi gesti sconsiderati se non vengono fermati prima o poi provocheranno una tragedia». Nella baita presa di mira, che fortunatamente quella notte non era abitata (di solito lo è nel fine settimana), c'erano due bombole di gas. «Mi chiedo che cosa potrebbe succedere se fossero scoppiate con all'interno dell'edificio persone che dormono o addirittura mentre sono all'opera i pompieri per spegnere le fiamme: una strage?». Inutile dire che la baita andata a fuoco è nell'elenco di quelle abusive, una trentina, per le quali si sta trascinando da quasi mezzo secolo un infinito contenzioso davanti a tribunali di vario livello. Un particolare che il piromane conosce alla perfezione perché tutte le casette finora prese di mira sono in questo elenco e sono usate (anche quest'ultima) anche da famiglie altoatesine di lingua tedesca. Sospetti purtroppo ancora nessuno anche se i carabinieri di Cavareno (sul posto la notte scorsa è intervenuto anche il radiomobile di Cles) stanno cercando di stringere il cerchio per individuare chi si sta dando da fare per avvelenare il clima al Passo Mendola oltretutto in una fase in cui tra i confinanti comuni di Caldaro e Cavareno è alle battute finali il piano di attuazione di bonifica del bosco, tra i più antropizzati della regione. Il piano, redatto dalla «Aktion Mendel Onlus», l'associazione guidata dall’ex vicesindaco di Caldaro Von Stefenelli che raccoglie quasi tutti (il 97%) i 110 proprietari di baite e casette (regolari) disseminate nel bosco della Mendola, è stato depositato nei giorni scorsi in comune a Cavareno. Quest’ultimo sta facendo le verifiche del caso prima di portarlo in consiglio comunale per l'eventuale adozione. «È' chiaramente un atto contro i nostri sforzi per scrivere una nuova pagina di sviluppo e civiltà sul Passo, e questi gesti certo non favoriscono gli sforzi in atto», conclude il sindaco Zani, tra i primi, giovedì, ad accorrere sul posto non appena è scattato l'allarme.

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