Meno ore a scuola Bassa Atesina, lite tra genitori e preside

Le modifiche del piano formativo comunicate solo via mail Domani è in programma un consiglio d’istituto rovente


di Bruno Canali


EGNA. I genitori con figli nelle scuole della Bassa Atesina sono in rivolta, da Bronzolo a Salorno, per le modifiche introdotte con il nuovo "Pof" dalla dirigente Cristina Crepaldi ad inizio anno. Nel giorni seguenti è stato tutto un fitto scambio di mail fra comitati dei genitori per esprimere una condanna unanime di queste scelte non condivise e per domani, in occasione di un incontro promosso dalla stessa dirigente per i genitori con figli alle scuole secondarie di Egna e Salorno, si preannuncia un incontro "delicato” . «Le due scuole secondarie di Egna e di Salorno si presentano - ha comunicato la dirigente Cristina Crepaldi - e i genitori delle classi quinte della Bassa Atesina sono invitati ad un incontro per conoscere la proposta formativa della scuola in due serate: il 19 gennaio nell'aula magna della scuola secondaria "Mameli" di Salorno e il 22 gennaio nell'auditorium della scuola secondaria "Calvino" di Egna, sempre alle 17.30. I docenti e la dirigente illustreranno gli aspetti educativi, la proposta curricolare e la sua organizzazione, i progetti caratterizzanti, le attività formative previste, anche in collaborazione con gli enti del territorio. Potenziamento linguistico, implementazione delle Tic, laboratori pomeridiani creativi, valorizzazione delle specificità sono le linee guida che dirigono le due scuole. Durante la serata verranno distribuiti i moduli di iscrizione in continuità, che saranno comunque disponibili in segreteria dal 19 gennaio». «Delle modifiche al Pof non siamo stati informati adeguatamente - ribattono però i genitori - perchè l'informazione è passata per un referendum on line che, oltre ad essere poco chiaro, non era accessibile a tutti. Dava infatti per scontato che tutti possedessero un indirizzo e mail. Alla richiesta di poter avere il questionario su carta, la risposta è stata: «non è possibile». Ad Ora è anche stata organizzata una raccolta firme contro questa proposta, cui hanno aderito la metà delle famiglie degli alunni, una petizione che non è stata tenuta in considerazione dalla direzione. «In consiglio d'istituto - dicono ancora i genitori - la dirigente Crepaldi ha fatto passare l'idea che si trattasse di una decisione della Provincia ma noi non abbiamo conferma. Crediamo invece che in una situazione dove bisognerebbe favorire le famiglie, con entrambi i genitori che lavorano, la scelta di ridurre il "tempo scuola", metta le famiglie in serie difficoltà. Non si offre infatti alcuna alternativa economica sostenibile, perchè le agenzie che ci hanno prospettato sono comunque a pagamento, senza contare che nessuno di noi conosce la qualità del servizio che offrono. Molti di noi hanno iscritto i figli in una determinata scuola proprio perchè offriva tre rientri e su questo abbiamo basato la nostra attività lavorativa. La decisione della dirigente è arrivata all'improvviso».

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