bolzano

Mense: buco da 120 mila euro, il 10% delle famiglie non paga 

In giunta comunale a Bolzano passa la proposta dell’assessora Ramoser: «Chi non salda il conto arretrato, non può iscrivere il figlio al servizio». Contraria solo l’assessora Rabini. Il sindaco  Caramaschi: «Troppo menefreghismo, non è più accettabile».


antonella mattioli


BOLZANO. Chi non salda il conto arretrato, il prossimo anno non potrà iscrivere il figlio al servizio di mensa scolastica del Comune. La proposta presentata ieri in giunta comunale dall’assessora Johanna Ramoser è stata approvata a maggioranza; unico voto contrario quello dell’assessora verde Chiara Rabini.

«La situazione - dice Ramoser - non è più tollerabile. Anche perché abbiamo notato che a non pagare, spesso e volentieri, sono coloro che danno tutto per scontato; non coloro che fanno fatica ad arrivare a fine mese. D’ora in poi non sarà più così». Il sindaco Renzo Caramaschi rincara la dose: «Qui non c’entrano i problemi economici e neppure le ulteriori difficoltà causate dal Covid, il problema è che in giro c’è troppo menefreghismo».

Un buco da 120 mila euro. Dall’esame dei conti è risultato che circa il 10% delle famiglie non paga il servizio di mensa scolastica. Questo comporta che all’appello manchino 120 mila euro.

«Cifra che sale a 390 mila euro - precisa l’assessora Ramoser - se si prende in considerazione il periodo che va dal 2015-2016 ad oggi. A questo ovviamente vanno aggiunte le spese che dobbiamo pagare a chi si occupa della riscossione dei crediti».

Cifre che il Comune cercherà di incassare attraverso Alto Adige riscossioni, i tempi però si annunciano lunghi. Per questo si tenterà di ottenere lo stesso risultato, imponendo alle famiglie di pagare, pena l’esclusione dal servizio dei figli, a partire dal prossimo anno scolastico. Ovviamente l’aut aut non riguarda chi non ha la possibilità di pagare e viene già seguito dai servizi sociali.

Le cifre. Il Comune distribuisce i pasti in 21 mense. Gli iscritti erano 8.169 prima dello scoppio della pandemia, ma attualmente sono 7.591 (sono arrivate 578 disdette). Gli iscritti delle scuole elementari sono 4.610; 2.111 alle medie, 1.448 alle superiori. Il menu del pasto prevede primo, secondo e dessert. Il costo varia a seconda del reddito e del patrimonio. La fascia più bassa per i ragazzi di elementari e medie residenti a Bolzano paga un euro a pasto, ovvero meno di una tazzina di caffè; sconto per il secondo figlio: 0,90 centesimi. La fascia intermedia: 2 euro e 47 per un figlio, 2 euro e 23 per il secondo; la fascia più alta: 4 euro e 11. Stessa cifra a pasto per i ragazzi delle superiori e per i non residenti di tutti e tre gli ordini di scuola.

I costi del servizio. In base al bilancio consuntivo del 2019, il servizio mensa delle scuole costa 3 milioni e 837 mila euro all’anno; di cui un milione e 789 mila euro coperti dalle rette pagate dalle famiglie; un altro milione e 536 mila euro arriva dalla Provincia; a carico del bilancio comunale nel 2019 rimanevano 500 mila euro. «Non possiamo permettere - dice il sindaco - che ci siano famiglie che per puro menefreghismo, non perché non hanno i soldi perché altrimenti potrebbero usufruire degli aiuti dei servizi sociali, non pagano i pasti della mensa scolastica. Il costo - vale la pena sottolinearlo - è commisurato al reddito e al patrimonio della singola famiglia».

Niente più pranzo al sacco. Era uno degli obiettivi che si era data quando Johanna Ramoser è diventata assessora: eliminare il packed lunch, ovvero il pranzo al sacco dalle mense scolastiche che era stato introdotto, a settembre, per fronteggiare l’emergenza Covid che richiede grandi spazi per garantire il distanziamento. «Grazie alla collaborazione con i dirigenti - spiega Ramoser - siamo riusciti a riorganizzare il servizio in sicurezza. Adesso tutti ricevono un pasto caldo».

Ecco alcuni esempi. Alle Manzoni dal 19 ottobre è stato eliminato completamente il pranzo al sacco, i bambini ricevono tutti un pasto caldo in classe. Alle Tambosi sono state messe a disposizioni due nuove aule; alle Don Bosco eliminati i cestini “freddi”, sostituiti con un servizio “caldo” in aula e in spazi aggiuntivi messi a disposizione dalla scuola.

Anche alle Goethe pasto caldo in spazi messi a disposizione dalla scuola. «Mancano all’appello - precisa l’assessora - solo le scuole tedesche di Gries che hanno deciso di proseguire con il loro modello organizzato a turni: ovvero mensa e packed lunch».













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