«Meranese miracolata» Gli atti ora in Vaticano

Conclusa l’inchiesta diocesana sull’incredibile guarigione di Irene Zanfino I parenti si erano affidati all’intercessione di suor Lucia Ripamonti


di Ezio Danieli


MERANO. Il vescovo Ivo Muser ha chiuso l'inchiesta diocesana in merito al presunto miracolo per intercessione della Serva di Dio Lucia Ripamonti delle "Ancelle della carità" in favore della meranese Irene Zanfino. Dopo aver posto il sigillo sugli atti, il vescovo ha aggiunto una relazione particolareggiata del perito medico dottor Fontanella. Gli atti saranno presto trasmessi alla Congregazione Vaticana per le cause dei Santi. L'iter poi proseguirà con la verifica di una commissione medica: se sarà positiva, prevista un'altra valutazione di una commissione teologica. In diocesi la speranza è che la guarigione di Irene Zanfino possa essere confermata un miracolo.

Irene Zanfino non aveva neppure 7 anni quando a Bolzano venne travolta da un'auto. Portata all'ospedale dalla stessa investitrice, i medici riscontrarono alla bambina l'arresto cardiaco. Non c'era più nulla da fare: se Irene fosse sopravvissuta, dissero i medici, sarebbe rimasta paralizzata. La bambina restò per diversi giorni in coma profondo. Genitori e parenti, pregando con le suore e le infermiere, si affidarono alla intercessione della Madonna e di suor Lucia Ripamonti della quale era in corso la causa di beatificazione a Brescia.

La suora, deceduta nel 1954 a 45 anni in "fama di santità", era una "Ancella della carità" come le altre suore all'ospedale bolzani. Spesso, in casi che ritenevano disperati, le suore usavano mettere un santino sotto il cuscino del paziente. Lo stesso fecero con Irene. Dopo una settimana la bambina meranese si era risvegliata. Un mese dopo veniva dimessa dall'ospedale: era del tutto guarita, senza alcuna conseguenza. Adesso è infermiera, è sposata e mamma di tre figli.

Il primario dottor Bruno Steger, intervenuto nell'inchiesta della diocesi come testimone, ha confermato di aver dato al nonno di Irene la notizia della completa guarigione della nipote; lo stesso nonno ha scritto una lettera alla Casa Madre delle "Ancelle della carità" convinto dell'intercessione di suor Lucia Ripamonti a favore della nipote. Il 7 agosto ad un apposito tribunale è stato dato l'incarico di condurre l'inchiesta che è stata portata avanti dal delegato del vescovo padre Alois Hillebrand e dal notaio-attuario Sonia Veronese.Il perito medico dottor Fabrizio Fontanella ed il promotore di giustizia Josef Torggler hanno seguito gli interrogatori. Una suora infermiera ha confermato che l'allora Superiora, suor Innocenza Milani, sovente invitava i parenti e le suore stesse a confidare nell'intercessione di suor Lucia Ripamonti. Dopo 19 sessioni l'inchiesta si è conclusa l'altro giorno.

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