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Merano, i Ros in via Mainardo Preso il combattente dell’Isis

MERANO. Parte della massiccia operazione dei carabinieri del Ros si è svolta, ieri mattina fra le 8 e 9, in via Mainardo davanti al civico 66, il palazzo dove abitava uno degli arrestati: Hodza Eldin,...


di Ezio Danieli


MERANO. Parte della massiccia operazione dei carabinieri del Ros si è svolta, ieri mattina fra le 8 e 9, in via Mainardo davanti al civico 66, il palazzo dove abitava uno degli arrestati: Hodza Eldin, il kosovaro che era stato in Siria per addestrarsi in un campo dell’Isis. Siamo a meno di 100 metri dalla sede del Commissariato di Ps di piazza del Grano e a meno di 50 dal luogo di preghiera dei mussulmani. La via Mainardo ieri è stata chiusa al traffico. Macchine dei carabinieri e della polizia municipale hanno impedito l'accesso da entrambi i lati; contemporaneamente veniva impedito l'accesso e l'uscita dalla galleria che porta alla sala corse e agli uffici della Cgil. «Tutto è durato una mezz'ora circa - racconta Roberta Tomio del negozio Robjoux che ha assistito all'operazione - Uomini con il cappuccio in testa hanno bloccato una donna che stava partendo a bordo di un'Audi di colore bianco. Poi sono saliti al secondo piano della casa al civico 66 e sono tornati in strada portando con loro un uomo con la barba molto lunga». Hodza Eldin, 26 anni, piccolo impresario edile e aspirante martire.

Dal portone del civico 66 esce la signora Lina Allneider, una delle poche altoatesine che abitano nella casa. Il resto sono tutti extracomunitari. «Ho sentito un gran trambusto provocato dall'irruzione nell'appartamento. Hodza? È frequente l'andirivieni di gente, anche non di abitanti nel caseggiato. Ma non mi sono mai preoccupata di fossero». I carabinieri del Ros sono entrati nell'alloggio al secondo piano dell'edificio che risulta di proprietà di Claudia Wielander. Hodza Eldin lo aveva affittato. I carabinieri del Ros hanno passato l’appartamento al setaccio.

Sulle scale del civico 66 di via Mainardo arriva anche Musa Qufaj, un kossovaro che risiede da 12 anni in città. È sorpreso dalla presenza di numerosi cronisti. «Non ho visto niente né sentito qualcosa. Con i miei vicini di casa ho sempre mantenuto un rapporto cordiale di vicinanza, un saluto. Nulla di più. Certo che c'è sempre stato un via vai di persone ma nulla lasciava pensare ad un fatto del genere. Evidentemente le teste calde ci sono anche qui». Tornando in strada si fa in tempo a registrare la preoccupazione della gente: «La situazione in via Mainardo è peggiorata. La strada viene lasciata sporca soprattutto nelle ore notturne ed il Comune nulla fa per evitare il degrado. Anche l'attività commerciale è condizionata da questa situazione». Arriva anche Helga Reich, è stata testimone pure lei di quanto accaduto ieri mattina. «Mi sono trovata di fronte gli uomini incappucciati che sono saliti di corsa ai piani superiori dell'edificio. La strada era chiusa su entrambi i lati». A meno di 50 metri c'è anche la sala di preghiera Associazione Pace Merano dove vanno a pregare i mussulmani. È aperta ma dentro non c'è nessuno. Il responsabile, contattato telefonicamente, fino a tarda sera non ha risposto.

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