Merano Maia, pagati tutti i dipendenti Restano i creditori

La procedura di concordato preventivo avviata un anno fa per la società che gestiva gli impianti ippici di via Palade


di Giuseppe Rossi


MERANO. A distanza ormai di un anno dall'avvio della procedura di concordato preventivo per la Merano Maia spa, la società che per qualche decennio ha gestito l'impianto ippico di via Palade e Borgo Andreina, per buona parte del tempo col Comune nel ruolo di socio di riferimento, ancora non tutti i creditori privilegiati sono riusciti a entrare in possesso delle cifre loro spettanti.

Liquidati per intero i dipendenti e i collaboratori coordinati e continuativi, i primi a poter disporre delle somme recuperate dal curatore, entro la fine dell'anno toccherà alle altre due categorie di creditori privilegiati, le cooperative che per conto della società, che ha avuto come ultimo presidente Henri Chenot e come amministratore delegato Massimiliano Sturaro, avevano effettuato lavori di manutenzione all'ippodromo e ai titolari di partita Iva con contratto di consulenza.

Il destino delle decine di artigiani e fornitori, che invece si sono insinuati nel concordato preventivo senza alcun titolo di privilegio è invece legato a doppio nodo con il ministero dell'agricoltura a Roma. La Merano Maia spa attende infatti che da Roma venga inviata l'ultima tranche del contributo investimenti 2000, gli importi che l'allora Unire aveva garantito all'ippodromo meranese in cambio di una serie di lavori di ammodernamento delle piste.

Si tratta in soldoni di oltre duecentomila euro, la cui assenza nelle casse della società in concordato preventivo fanno sicuramente la differenza. Visto come stanno le casse dei ministeri romani c'è da credere che in riva al Tevere si farà di tutto per evitare di saldare l'ultima tranche del contributo promesso.

Di contro a Merano liquidatore prima e curatore del concordato preventivo poi dovranno fare di tutto per riuscire a sbloccare quell'importo in modo da versare ai fornitori la percentuale di credito garantita in fase di approvazione da parte del giudice del piano di rimborso che sta alla base del via libera al concordato preventivo.

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