Merano: Paulmichl, primario voluto dal reparto

Presentato ufficialmente il sostituto del dottor Oberlechner responsbaile di cardiologia dell'ospedale Tappeiner


Giuseppe Rossi


MERANO. C'era l'ospedale al completo, ma anche molti medici di base ed ex primari, ieri al fianco del dottor Rubert Paulmicht durante la cerimonia di presentazione ufficiale del nuovo responsbaile di cardiologia dell'ospedale Tappeiner. Sono bastati pochi attimi e la stima di decine di professionisti per spazzare lontano le polemiche che hanno preceduto l'insediamento del medico-rocker, leader della band «Need no doctor» composta da dottori appassionati di musica. A distanza di due anni e mezzo dal pensionamento di Wolfgang Oberlechner, l'Azienda sanitaria copre il posto vacante di uno dei reparti più piccoli, ma anche più delicati dell'ospedale. Rupert Paulmichl ha superato la concorrenza di altri due medici, i dottori Andrea Erlicher e Peter Knoll, che si erano proposti per il primariato. La commissione giudicante aveva messo Paulmichl all'ultimo posto della graduatoria, attribuendogli competenze inferiori rispetto ai colleghi. Ma il direttore generale Andreas Fabi, smentendo il parere dell'organismo a fine dicembre aveva incaricato proprio Paulmichl. «Per una volta - ha detto ieri Irene Pechlaner, direttrice del comprensorio sanitario, evidentemente compiaciuta e grande sponsor del dottore - ha prevalso la volontà della base. Infermieri, i colleghi, ma anche per la prima volta molti medici di base hanno fatto pressione affinchè si scegliesse Paulmichl, un medico competente, stimato, con un carattere solare e ben voluto da tutti». Dal primo gennaio il primario più giovane dell'ospedale (il dottore ha 45 anni) guida la cardiologia meranese, un reparto composto da cinque medici, lui compreso, 33 infermieri, cinque amministrativi che governa 12 posti letto in dipartimento, 6 letti nella stazione intensiva, 1 letto in day hospital e l'intero settore diagnostico. Visto l'organico, sarà uno dei pochi primari che continuerà, anche in futuro, a svolgere guardia medica notturna e festiva.  «Con la nomina di Paulmichl - ha commentato Pierpaolo Bertoli, dirigente medico dell'ospedale - abbiamo ottenuto un importante risultato, ovvero mantenere a Merano un reparto e un primariato proprio in un momento a rischio, con la riforma sanitaria provinciale in piena evoluzione. Sono particolarmente contento perchè si sono riconosciute competenze e aspetto sociale e caratteriale del dottore». Il nuovo primario ha lavorato in cardiologia a Merano dal 1997, fianco a fianco con il suo predecessore Wolfgang Oberlechner e con la dottoressa Elisa Morra, alla quale il comprensorio ha riconosciuto il grande lavoro svolto nei due anni e mezzo di interregno quale facente funzione. Proprio Oberlechner, con un intervento fuori protocollo, ha elogiato la scelta della direzione dell'Asl. «Il dottor Paulmichl - ha detto l'ex primario - era la persona più indicata per questo posto dal punto di vista professionale. Le caratteristiche che il primario di cardiologia deve avere tra i candidati le possedeva solo lui».  Nel suo intervento il neo primario Rupert Paulmichl ha ripercorso la sua carriera professionale (laurea in medicina a Innsbruck e specializzazione a Verona, è consigliere regionale delle associazioni Anmco, Aiac e della società europea di cardiologia), dal e ha sottolineato l'importanza di un rapporto stretto, cordiale e franco con gli altri reparti e con i medici di base. Buon sangue non mente, verrebbe da dire, visto che proprio il padre di Paulmichl era un medico di famiglia. La risposta più limpida alle polemiche sulla nomina del neo primario l'ha fornita lo stesso Rupert Paulmichl. «Il supporto dei colleghi medici ospedalieri, degli infermieri e dei medici di base - ha detto il dottore - è stato grande. Vuol dire che il mio lavoro degli ultimi dieci anni è stato apprezzato». Nel suo intervento Paulmichl ha anche illustrato i suoi obiettivi futuri: aumento della qualità diagnostica, offerta di terapie cardiologiche di alto livello, sinergia con Bolzano e silandro, sviluppo delle tecniche di impianto dei peacemaker e di defibrillazione e attenzione alle insufficienze cardiache, malattie sempre più diffuse con la popolazione che diventa sempre più anziana. Parlando di organico il primario ha detto che vede «buone possibilità per ampliare il numero dei medici visto che attualmente siamo con l'acqua alla gola». A parlare sono i numeri ovvero gli oltre 600 pazienti trattati e le oltre 4.600 giornate di degenza tra il reparto di chirurgia e la stazione intensiva.

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