Mercatino da record: 600 mila visitatori

Duzzi: «Bisogna tenerlo con la formula integrale fino all’Epifania. E spostare la BoClassic in via Stazione»


di Alan Conti


BOLZANO. «La più bella novità per la prossima edizione del Mercatino di Natale è che rimanga uguale a se stesso». Quella che appare una contraddizione è in realtà il fulcro attorno al quale parte la riflessione del presidente dell’Azienda di Soggiorno Dado Duzzi. L’occasione è quella del bilancio a casette ferme della kermesse d’avvento arrivata all’edizione numero 24 in buona salute. «Abbiamo avuto 600.000 visite uniche: è un numero leggermente superiore a quello degli anni precedenti. Significa che la manifestazione è in salute e mantiene in sè la sua capacità di distinguersi in un panorama dove i mercatini fioccano un po’ ovunque». Bolzano rimane leader del settore in Italia e in Alto Adige eppure da più parti ci si aspetta un salto in avanti aggiungendo qualche elemento che porti piazza Walther a differenziarsi dal resto. «Il nostro Mercatino ha già qualcosa che lo differenzia dal resto - ribatte Duzzi - e ha a che fare con l’atmosfera e la cura con cui viene seguito tutto l’allestimento e l’offerta merceologica. Da noi non hai la sensazione di essere al cospetto solo di un mercato: è un surplus decisivo. Altrove non è così». Lei quindi non toccherebbe nulla di quello che c’è? «Nulla della natura tradizionale di questo appuntamento. Poi è chiaro che alcune modifiche si sono rivelate una buona idea. Penso, per esempio, allo spostamento del palco nel cuore della piazza. Resta, però, la necessità di non toccarne la natura basilare. Non è un caso se alcuni esperimenti particolarmente innovativi non hanno funzionato. Penso alla dependance di piazza Mazzini per esempio».

Un fenomeno nuovo non indifferente, però, è la coda lunga fino all’Epifania. «Una scelta che innesca due riflessioni: una per quest’anno e una per il prossimo». Partiamo dalla storia recente. «Questa soluzione ha permesso di intercettare, dopo Santo Stefano, il bacino dei vacanzieri che è ben diverso da quello del turista mordi e fuggi che arriva prima di Natale. Si tratta, infatti, di una tipologia di ospite che alimenta di più l’indotto. Dorme qui, consuma i pasti in città e spesso ha il tempo di girare pure i negozi del Centro. Spende circa 200 euro al giorno». L’indicazione per il futuro invece qual è? «L’obiettivo è mantenere il Mercatino intero senza dimezzarlo spostando l’arrivo della BoClassic su viale Stazione. Sarebbe più spettacolare per entrambe le manifestazioni».

Don Mario Gretter, nel frattempo, ha chiesto attenzione allo shopping sfrenato: attività in cui non ci si risparmia tra le casette. «Credo, invece, che siano la sintesi perfetta dell’aspetto spirituale con quello commerciale del Natale. Molti dei prodotti venduti, non dimentichiamolo, richiamano la dimensione religiosa o riflessiva del Natale. Penso, per esempio, a larga parte dell’artigianato. Oltre a questo abbiamo costruito il percorso artistico che attraverso le statue di legno conduce da piazza Walther fino alla porta del Duomo. Un collegamento simbolico tra le due nature del Natale che si concretizza nel legame tra stand e chiesa».

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