Metrobus, 20 milioni e 3 anni di lavori

Stanziati i fondi, la linea sarà pronta entro il 2016. Indetto il bando per i primi 6 mezzi. Corsia preferenziale in via Druso


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La giunta provinciale ha messo ieri la pietra tombale sul tram da Bolzano all’Oltradige ma ha deciso di stanziare al contempo 20 milioni di euro per il metrobus, che sarà pronto nel giro di 2-3 anni. È già stato indetto un bando per l’acquisto di 6 mezzi a emissioni ridotte, segno evidente che Provincia e Comuni interessati (Bolzano, Appiano e Caldaro) hanno fatto una scelta definitiva dopo anni di trattative infinite e tavoli di lavoro che avevano portato a poco o nulla di concreto. Soddisfatto anche il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli che sottolinea come la corsia preferenziale sarà realizzata anche in viale Druso: «Non sarà utilizzata solo dal metrobus ma anche dai taxi e dagli autobus». Bisogna mettere in conto anche degli espropri perché non tutto il sedime è pubblico. Di sicuro ci sarà un forte impatto sul traffico, che soprattutto al mattino presto (7.30-8.30) e nel tardo pomeriggio ha raggiunto “picchi” difficilmente sostenibili. Resta da capire se il metrobus debba essere considerato o meno una soluzione definitiva.

Lo studio di fattibilità. Sull’addio al tram il governatore altoatesino Luis Durnwalder non ha dubbi. «Costerebbe tra i 200 e i 280 milioni di euro - ha spiegato il presidente della giunta - e avrebbe costi di manutenzione molto elevati: sarebbe stato, pertanto, un investimento esagerato soprattutto alla luce del numero dei potenziali passeggeri». La giunta ha confermato di voler puntare con forza sul metrobus. Un dettagliato studio di fattibilità - con tanto di video virtuale - è stato presentato ieri all'esecutivo di Palazzo Widmann. «Si tratta di un progetto sostenibile dal punto di vista finanziario - ha aggiunto Durnwalder - e realizzabile in breve tempo: parliamo di due, massimo tre anni». Soddisfatto anche l’assessore all’innovazione Roberto Bizzo: «Oltre ad essere una scelta ragionevole, è anche una soluzione più rapida e flessibile».

Corsie e semafori. La proposta, presentata dall'assessore alla mobilità Thomas Widmann, prevede la realizzazione di corsie preferenziali (dove possibile) dedicate al metrobus, stazioni e fermate moderne e senza barriere architettoniche, e un sistema di semafori intelligenti in grado di garantire ai mezzi una sorta di "onda verde" sino al cuore della città capoluogo. «In questo modo - commenta Widmann - il tempo di percorrenza della tratta Caldaro-Bolzano verrà sensibilmente ridotto, rendendo il trasporto pubblico una reale e concreta alternativa all’auto privata». Tutto questo senza dimenticare l'ambiente: il bando per l'acquisto dei primi sei mezzi a emissioni ridotte è infatti già partito.

I lavori. Lo studio presentato dal gruppo di esperti di Provincia (ripartizione mobilità, servizio strade, ripartizione infrastrutture) e Comuni coinvolti, riguarda sia le opere di edilizia stradale, sia la simulazione dettagliata dell'impatto del metrobus, che potrà contare su un sistema di semafori intelligenti, sul traffico cittadino. Con il via libera della giunta provinciale, dunque, possono proseguire i lavori già iniziati per quanto riguarda le corsie preferenziali. Il Comune di Bolzano, infatti, è già all'opera nell'ultimo tratto di viale Druso (dalla rotonda Merano/Mendola alla svolta per Ponte Adige), mentre la Provincia inizierà nel corso dell'anno gli interventi per il prolungamento delle corsie fino alla stazione di servizio poco prima dello svincolo della Me-Bo.

La progettazione. Sono già in fase di progettazione la stazione di Caldaro e il sottopasso all'altezza dell'incrocio Pillhof. Capitolo costi: la Provincia conta di completare l'opera con un investimento di 20 milioni di euro (compreso l'acquisto dei mezzi) grazie anche al possibile accesso a finanziamenti europei, mentre ai Comuni verrà richiesto un contributo di circa 2 milioni di euro. «In sostanza - ha concluso Durnwalder - si tratta della messa a disposizione dei terreni: contiamo di terminare i lavori entro due, massimo tre anni».

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