Michaela è stufa: «Basta non faccio più la chioccia»

Pdl, Biancofiore cambia rotta: questa volta i candidati si devono arrangiare Lo sfogo: «Troppe persone hanno sfruttato la mia generosità e poi addio»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Michaela Biancofiore si è stufata di fare la chioccia politica. Archiviate le elezioni, viene inaugurata l’epoca «salite sulla bicicletta e pedalate: smetto di coltivare persone che poi se ne vanno». La deputata e commissario provinciale del Pdl lo annuncerà lunedì nella riunione del coordinamento del Pdl, convocata per la tradizionale analisi del voto delle politiche e prime idee per le provinciali. Anche da queste parti, come nel Pd, passa il principio che un segnale va dato. Per non tracollare al voto provinciale del 27 ottobre.

Alle politiche il Pdl è sceso al 6,7% (19.941 voti), rispetto al 14% (42.015 voti) delle politiche 2008. Nel capoluogo il risultato di lunedì scorso è stato del 15%. Nel collegio senatoriale di Bolzano-Bassa Atesina Mario Tagnin (candidato di Pdl e Lega) ha ottenuto il 12,5%.

A Michaela Biancofiore piacerebbe minimizzare le dimensioni del flop, ma non ci riesce.

Lunedì farete autocritica sul risultato?

«Il Pdl a livello nazionale ha dimezzato i voti. Se questa è la tendenza, cosa potevo fare? Non ho la bacchetta magica».

Urzì ha presentato il nuovo movimento. Dice che non aspetta nemmeno più risposte da voi capi di altri partiti. Centrodestra altoatesino diviso a oltranza?

«Urzì ha sbagliato tutto. È uscito dal Pdl mentre eravamo impegnati nella battaglia comune, che ora finalmente mi ha visto vincitrice. È passato con Fini, che è stato il peggiore traditore del centrodestra, per arrivare adesso a questo movimento lanciato nel collegio senatoriale di Bolzano solo per danneggiare il Pdl. Il ricompattamento lo faremo noi del Pdl con le persone, non con i funzionari di partito».

Un po’ di autocritica mai?

«Imposteremo le provinciali candidando persone brave e nuove, come chiedono le persone. Il capolista, lo abbiamo già detto, sarà il giovanissimo Alessandro Bertoldi».

Non ci rimarranno bene persone come Enrico Lillo e Mario Tagnin, che da anni la sostengono politicamente.

«Bertoldi sarà capolista per simboleggiare la novità. Grillo vince sulla rinnovamento politico, dobbiamo esserci anche noi. Se avessimo messo nelle liste giovani e disoccupati ora si parlerebbe di un’ennesima vittoria di Berlusconi. Bertoldi non ce la farà mai ad essere eletto ed è giusto così, perché deve farsi le ossa. Dopo di lui, verranno candidati tutti in ordine alfabetico. Io non ci sarò e questa volta non farò campagna elettorale per nessuno. Mi spenderò solo per il partito».

Addirittura?

«Mi sono stufata di tirare gente che poi se ne va. E quando dico “tirare”, intendo dedicare dieci ore al giorno alla campagna elettorale, spendendo di tasca mia. Emergerà chi merita, i soldi li mettano loro. Avere me sempre a disposizione è diventato un alibi. Crescono e poi se ne vanno. A me resta il danno e la beffa».

Fuori i nomi.

«Troppi. Basta essere eletti col mio consenso e con la mia disponibilità economica per poi non contribuire con un euro alla vita del movimento o transitare in altri movimenti per posticini di sottogoverno, magari in liste destinate a perdere invece che a vincere, per essere cooptate in giunta dalla Svp. Ogni riferimento a Merano, a gente come Patrizia Orio e non solo, è voluto».

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