Microspie, tre ex assessori nei guai

Widmann, Berger e Laimer fecero pagare la bonifica dei loro uffici alla Provincia. Ora rischiano il processo per abuso


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Soldi pubblici spesi indebitamente per “difendersi” dalle verifiche investigative della magistratura o dallo “spionaggio” messo in atto da privati con l’attivazione di microspie negli uffici di alcuni assessorati provinciali. E’ questo il cuore dell’inchiesta che rischia di mettere nuovamente nei guai l’ex assessore all’energia Michl Laimer e due ex colleghi dell’epoca , Hans Berger e Thomas Widmann (attuale presidente del consiglio provinciale). Per tutti l’ipotesi di accusa coltivata dalla Procura della Repubblica è di abuso in atti d’ufficio. L’inchiesta è di alcuni mesi fa. Chi pensava che la Procura avrebbe richiesto l’archiviazione dell’indagine è andato deluso. In effetti proprio ieri il procuratore capo Guido Rispoli ha notificato agli indagati l’avviso di conclusione indagine.

Si tratta di un atto formale a tutela dei diritti della difesa previsto dal nostro ordinamento solo in caso la Procura abbia intenzione di chiedere il rinvio a giudizio degli indagati. Come dire che Laimer, Berger e Widmann (che nel corso dell’indagine non hanno mai voluto rispondere alle domande degli inquirenti) rischiano concretamente di essere rinviati a giudizio per abuso in atti d’ufficio. E’ una storia di timori e sospetti nei confronti di possibili avversari politici o di imprenditori senza scrupoli (nell’ambito della “battaglia” per le concessioni idroelettriche), ma anche di diffidenze quasi imbarazzanti nei confronti della magistratura e di chi è preposto alla tutela della legalità. In effetti la Procura della Repubblica venne a conoscenza di quanto avvenuto a distanza di circa un anno (cioè nel dicembre di due anni fa) quando dai rendiconti contabili dell'amministrazione provinciale emersero le spese sostenute dal Palazzo per «bonificare» alcuni uffici da possibili misteriose microspie (che in realtà non furono mai trovate). Come si ricorderà nell’inchiesta venne coinvolto anche l’allora governatore Luis Durnwalder la cui posizione però venne archiviata in quanto le indagini affidate ai carabinieri dei Ros evidenziarono un comportamento assolutamente corretto dell’ex presidente che mobilitò una ditta specializzata austriaca seguendo però un iter amministrativo corretto. Non altrettanto si può dire , a quanto pare , per gli assessori dell’epoca Widmann, Berger e Laimer che ora rischiano il rinvio a giudizio. Come detto nessuno dei tre, durante l’inchiesta, ha mai risposto alle domande del procuratore. All’epoca dei fatti tutti e tre erano oggetto di indagini e accertamenti della Procura. I tre, sospettando di essere controllati o «spiati» fecero “bonificare” i propri uffici facendo pagare il conto alla Provincia senza seguire un iter regolare. Per i tre, difendersi non sarà facile perchè se sospettavano che le microspie le avesse installate la Procura, l’operazione di “bonifica” non avrebbe mai potuto essere fatta a spese del contribuente ed anche se il sospetto fosse stato nutrito nei confronti di alcuni privati, sarebbe stato corretto rivolgersi proprio alla magistratura per chiedere adeguata tutela.

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