il piano del viminale

Migranti, 140 in lista d’attesa «I Cas sono pieni, ora basta»

L’ultima circolare scatena l’ira di Caramaschi: «Che cosa vogliono ancora da noi?» Cambia il criterio della ripartizione tra le regioni. Bozen solidale: «Si formeranno nuove tendopoli, con tensioni sociali»



BOLZANO. Gli sbarchi sono raddoppiati. Quasi 103mila nei primi sette mesi del 2023 contro i 50mila del 2022. Nelle strutture comunali, 140 persone sono in lista d’attesa per ottenere lo status di rifugiati. Ma sarebbe proprio questa carta a renderle potenziali «vittime» del piano del Viminale per distribuire i nuovi arrivati sul territorio nazionale. Comune e Bozen solidale questa volta si ritrovano dietro la stessa barricata, nell’ampia schiera di associazioni e amministrazioni che considerano la circolare del ministro Matteo Piantedosi una potenziale fonte di ulteriori tensioni sociali.

La circolare ministeriale
Ricevuta la circolare del ministero, la Prefettura si è messa in attesa di nuove disposizioni. Mancano dettagli fondamentali: quante persone potrebbero arrivare, quanto sarebbero accorciati i tempi dell’accoglienza in struttura una volta ottenuto lo status di rifugiati, quando la direttiva entrerebbe in vigore. «Speriamo di avere un quadro preciso nel corso della settimana», fa sapere Luca Critelli, direttore del dipartimento Sociale della Provincia. I capisaldi del provvedimento sono il nuovo criterio di ripartizione dei migranti e il turn over nei Cas (centri di accoglienza straordinaria), cioè l’espulsione di chi ha il permesso di soggiorno, ha ottenuto la protezione internazionale o ha un reddito minimo garantito. Se oggi vige il criterio della proporzione rispetto alla popolazione residente, la riforma introduce la variabile della superficie del territorio, che peserebbe per il 30%.

La rivolta a Bolzano
Protesta l’Anci (l’associazione dei comuni), protestano i sindaci dem, protestano i sindaci della Lega in Veneto. E così fa Renzo Caramaschi: «Che cosa vogliono di più da noi? Questi non dovevano fermare il mondo?». «Questi», cioè il governo di Fratelli d’Italia e Lega, hanno visto gli sbarchi raddoppiare sotto i loro occhi. L’assessore al Sociale Juri Andriollo segnala che già in via Comini ci sono persone che la circolare Piantedosi espellerebbe dal Cas. «Il governo scarica sui Comuni la propria incapacità di mantenere le promesse sugli sbarchi e la responsabilità di garantire strutture e servizi alle persone che il Viminale stesso smista sul territorio», attacca, «Questo significa buttare fuori persone e generare uno stato di tensione sociale pericolosissimo. Questa circolare avrà effetti su tutta la piana, da Bronzolo a Merano, passando per Laives, Terlano... A Bolzano è già tutto occupato. Abbiamo creato nuovi servizi in via Roma, abbiamo ampliato l’ex Alimarket. Non abbiamo più strutture». La rivolta sta attraversando le amministrazioni di tutta Italia. Così nel mirino di Andriollo, Partito democratico, finiscono i rappresentanti di Lega e FdI: «Bianchi che cosa ci racconterà, quando gli metteranno gli immigrati a Laives? E i Fratelli d’Italia Galateo e Urzì? I leghisti a Palazzo Widmann, Vettorato e Bessone, non muovono un muscolo? Pretendo una loro presa di posizione ufficiale. Come sta facendo Zaia».

«Presto nuove tendopoli»
Bozen Solidale è in procinto di partire per Trieste, dove ogni giorno in questo periodo passano tra le 100 e le 200 persone (per lo più famiglie, con molti bambini) in cammino lungo la rotta balcanica. «Riteniamo che la circolare Piantedosi sia una violazione di legge che scarica le responsabilità dell’accoglienza sui singoli Comuni», commenta l’associazione, «Molto probabilmente, a breve, si formeranno nuove tendopoli e nuovi ghetti, contenitori di estremo disagio sociale. In Alto Adige la situazione sarà ancora più drammatica rispetto ad altre zone d’Italia, vista la cronica difficoltà a trovare un alloggio dignitoso».

Sette Cas aperti
In provincia, al 13 gennaio scorso risultavano otto Cas. Nel frattempo ne è stato chiuso uno a Merano. Altri tre sono occupati da un centinaio di profughi ucraini, mentre gli ospiti da Paesi extracomunitari sono in totale circa 350. Al 16 luglio scorso, a Bolzano erano aperte Casa Sara (24 posti per richiedenti asilo, 14 persone accolte in quota ministero dell’Interno), l’ex Alimarket con 104 posti occupati su 160 in quota ministero dell’Interno e l’ex Gorio, dove di 110 posti disponibili un mese fa ne risultavano occupati 45 tra richiedenti asilo e persone in carico ad Assb. Dal 2018 non è più annoverato tra i Cas l’ex Lemayr, con 110 posti di cui 70 occupati. Casa Aaron con i suoi 100 posti per richiedenti asilo è chiusa dal 2022. Due mesi fa è stato chiuso uno dei due Cas meranesi. Resterebbero Casa Arnica a Merano, Casa Noah a Tesimo, la ex Schenoni a Bressanone e l’ex hotel Panorama a Nova Levante.
S.M.













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