Migranti, Provincia a caccia di container e di nuovi terreni

Stocker: «Non tutti i Comuni hanno fatto i compiti a casa» La calma al confine aiuta «ma non è detto che duri a lungo»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L'assessore Martha Stocker lo dice con grande pacatezza, ma lo dice. «Nell'accoglienza dei migranti, che sicuramente arriveranno, tutti i Comuni altoatesini devono fare i compiti a casa. E pertanto conto di avere delle risposte in tempi ragionevolmente brevi da tutti i comprensori» . Per inciso a mancare sono circa 200 posti per completare la quota degli oltre 700 che ci spettano nell'ambito della ripartizione nazionale. Non sono previste tendopoli, in senso stretto, come invece è accaduto nell'ultimo biennio in Austria, ma l'installazione di prefabbricati nelle aree verdi. E ciò spiega la costante ricerca di terreni, soprattutto in Bassa Atesina, uno dei Comprensori che finora ha fatto più fatica a trovare spazi per ospitare il contingente richiesto.

Assessora, bisogna attivarsi finché la situazione è relativamente tranquilla?

«Certo, questo aiuta, ma non ci illudiamo che non accadrà nulla nei mesi più caldi. Anche per questo sto sollecitando i presidenti dei Comprensori. Li sento quasi tutti i giorni».

La Provincia sta cercando, assieme ai referenti dei Comuni, terreni liberi. Questa settimana è successo ad Egna. Sicura che non si opti per le tendopoli?

«Abbiamo sempre detto che dobbiamo attrezzarci per ogni evenienza, ma più che alle tendopoli stiamo pensando a strutture semifisse».

Cosa intende?

«Dei prefabbricati. Ne avevamo acquistato uno da 40 posti per Ora, ad esempio, ma lí è stata trovata un'altra soluzione, quindi possiamo spostarlo altrove. Ciò spiega il nostro interesse a vagliare ogni possibile soluzione».

Cosa vuol dire ai Comuni - è il caso ad esempio di Caldaro - che ancora non hanno trovato un sito idoneo?

«Che ognuno deve fare la sua parte. La Provincia non andrà a caccia di terreni da sola, ma ha bisogno del contributo fattivo di tutti. Anche perché i siti segnalati devono essere verificati uno ad uno per essere davvero fruibili in tempi brevi in caso di necessità».

La calma al confine italo-austriaco aiuta?

«Molto, spero duri a lungo, ma so bene che i flussi potrebbero aumentare soprattutto a luglio e agosto lungo la rotta del Mediterraneo. Meglio essere attrezzati, dunque».

A dirlo sono anche i dati di Carlotta Sami, portavoce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati nell'Italia meridionale. «Nel 2015 sono arrivate in Italia 153 mila persone, poco più di un milione in Europa. Quest’anno, ad oggi, siamo più o meno sugli stessi livelli tra Mediterraneo e rotta balcanica, anche se quest’ultima è stata in parte bloccata in seguito all’accordo siglato dall’Ue con la Turchia. Per quanto attiene i morti in mare, sono circa 2000 nel Mediterraneo fino ad oggi dall’inizio dell’anno, Arrestare i flussi è al momento impossibile. Ma i numeri che interessano l’Europa non sono quelli di un’invasione. Gli spostamenti di forza lavoro che si registrano all’interno dell’Africa, ad esempio, o verso alcuni Paesi arabi, sono molto più imponenti».

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