Mille in corteo per dire «no» al Bbt

A Trento decine di altoatesini (M5S, Rifondazione e i comitati): «Devastazione ambientale e soldi agli amici dei partiti»


di Massimiliano Bona


TRENTO/BOLZANO. C’erano anche alcune decine di altoatesini, ieri pomeriggio, in zona Novaline - a Sud di Trento - a sfilare assieme agli attivisti del comitato «No Tav - Kein Bbt» contro l’alta velocità e il megaprogetto del Tunnel di base del Brennero, che (con le tratte d’accesso) costerà 14 miliardi di euro. Il più determinato è parso l’ex candidato sindaco grillino di Bolzano Rudi Rieder, che spiega perché era così importante esserci. «Noi, di sicuro, non siamo tra quelli che accettano di farsi fare il lavaggio del cervello dai potenti di turno. Le tanto decantate visite al cantiere di Mules sono ridicole. La società Bbt Se, che sta portando avanti una campagna di disinformazione, evita di rispondere alle domande più critiche». Ma non c’erano solo i pentastellati, ieri, a manifestare a Trento. Si sono uniti al corteo tre esponenti di Rifondazione, i movimenti «Ambiente e Salute» e «No Tav Kein Bbt», ma anche «Lebenswertes Unterland», il gruppo della Bassa Atesina che si è mobilitato anche per la chiusura dell’aeroporto e sta lottando per inquinamento e rumori lungo l’A22.

La giornata si è aperta con il forfait, inatteso, del deputato regionale del Movimento cinque stelle Riccardo Fraccaro che ha spiegato la sua defezione con i gravi attentati terroristici di Parigi. «Oggi pomeriggio (ieri per chi legge ndr) è prevista a Trento una importante manifestazione NoTav a cui ho da tempo espresso la volontà di aderire. Con dispiacere e consapevolezza, di fronte alla tragedia avvenuta a Parigi questa notte, vi comunico il mio personale bisogno di annullare la partecipazione al corteo per dedicare queste ore al cordoglio e alla riflessione. L'Occidente è di nuovo scosso nelle sue fondamenta e ciò ci impone un’analisi sulla politica interna ed estera che non è più rinviabile».

Rudi Rieder contesta duramente un progetto che ritiene «insensato e ingiustificabile». Alla vigilia aveva invitato a partecipare tutti gli attivisti con le rispettive famiglie. I timori sono innanzitutto di natura ambientale: «Tra materiali di scavo, distruzione di risorse idriche e consumo di suolo, la costruzione della nuova ferrovia avrà impatti devastanti e irreversibili sul pregiato e delicato ecosistema alpino, come ha sottolineato il presidente Ferdinando Imposimato lanciando l'allarme sui rischi di disastro ambientale connessi al Tav del Brennero». Secondo Rieder, poi, «in Trentino Alto Adige i partiti lavorano al fianco delle lobby, tutelano i gruppi di potere economico-finanziario e non gli interessi dei cittadini. Anche il Tav del Brennero è stato interessato dall'inchiesta su corruzione e grandi opere. I soldi pubblici devono servire al bene collettivo attraverso opere utili e trasparenti e non per gonfiare le tasche di pochi imprenditori amici dei partiti».

Argante Brancalion di Ambiente e Salute ha dovuto rinunciare all’ultimo, ma ha le idee chiare sul progetto: «Stiamo parlando di un vero e proprio ecomostro, di una porcheria ambientale ed economica. La Svp tiene i suoi sindaci in pugno, ma la contestazione sta montando anche nel gruppo tedesco». C’è poi l’analisi, tecnica, di Andrea Fogato. «Effettivamente nella galleria di base del Brennero ci sarebbe un risparmio energetico, ma per tutto il resto della linea (il 90% del tracciato dal Brennero a Verona) avremmo un notevole aumento di consumo energetico, essendo il profilo altimetrico uguale a quello della linea attuale».

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