Minnei: più equilibrio nei dibattiti
L’intendente dopo il caso del Classico: «Bisogna far parlare tutti con gli studenti»
BOLZANO. La sovrintendente Nicoletta Minnei prima la prende larga e dice: «Tenere l'equilibrio nell'illustrare un dibattito così acceso nelle scuole è difficile». Poi allunga il tiro: «L'ideale sarebbe stato offrire relazioni da parte di un ente terzo». Ma poi aggiunge: «Forse, nello specifico, è stato posto in essere un metodo non consono». E dunque evita aggettivi come carente o sbagliato. Ma "non consono" da la misura dell'eco che la notizia della presenza capillare di esponenti dei comitati del "no a Benko" (Scolari prima al Galilei e poi, l'altro giorno, al Classico; Mayr Fingerle allo Scientifico tedesco) ha prodotto ai vertici della Sovrintendenza. Perchè a pochi giorni dal voto, in cui i bolzanini saranno chiamati ad esprimersi per il sì o per il no al progetto di riqualificazione dell'area della stazione autocorriere, le scuole superiori che entrano nel confronto facendosi tribuna solo di una sola delle due parti in causa è un elemento di dibattito che ha superato i confini degli istituti. «Le scuole non sono estranee alla società. Ci sono dentro. Ogni istituto e dunque ogni preside gode di grande indipendenza. Detto questo aggiungo che l'ideale, in questi casi, sarebbe offrire elementi di giudizio dati da un ente terzo. Ho visto che erano presenti solo esperti che si sono dichiarati appartenenti al fronte del no. Naturalmente ne parlerò con i presidi anche se, insisto, è molto difficile trovare un punto di equilibrio. So che alcuni dirigenti scolastici hanno avuto, come dire, la percezione, che le posizioni del sì fossero più diffuse. Ma in casi così divisivi offrire un metodo basato sull'equilibrio delle due posizioni è necessario».