Minnei tranquillizza: nessun allarme Gender

La sovrintendente scolastica: «Tutti i progetti coordinati con esperti e genitori» Duro l’assessore Tommasini: «Si tratta di una bufala, non si specula su questo»


di Alan Conti


BOLZANO. E' un tasto delicato. La possibilità che l'ideologia gender varchi l'uscio delle classi altoatesine agita le acque scolastiche e fa discutere. A dimostrazione di questo la scelta della sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei di prendere carta e penna per precisare alcuni punti sulla questione cercando di frenare sul nascere qualsiasi polemica.

«Gli istituti scolastici - scrive Minnei - procedono autonomamente nella programmazione progettuale del Piano dell’Offerta Formativa che è documento cardine condiviso a più livelli e deliberato dal consiglio d’istituto». Insomma ogni singola scuola ha libertà d’azione sui vari progetti, di qualsiasi natura essi siano. «Tutti. Da quelli di educazione stradale alla cittadinanza attiva passando per la promozione del plurilinguismo e delle materie scientifiche». Tra questi, però, non ne esistono di specifici sulla famiglia. «Non ne abbiamo che propongano modelli convenzionali o meno di famiglia. Ce ne sono, invece, che affrontano lo sviluppo affettivo dei bambini più piccoli fino all’età adolescenziale». Che ai genitori la questione interessi, però, lo conferma la stessa Minnei. «In molti casi sono loro che chiedono a scuola di affrontare certi argomenti delicati. Per fare questo si ricorre ad esperti. Spiace che un impegno responsabile venga usato per suscitare un allarme non giustificato e del tutto infondato». Un accenno, infine, va alla circolare ministeriale girata alle scuole circa l’applicazione del comma 16 della riforma in cui si richiede l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole l’educazione alla parità dei sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni. «Vogliamo chiarire che tutti i progetti di educazione alla salute rimangono in capo agli istituti autonomi e che accolgono le istanze delle famiglie programmando attività consone per uno sviluppo equilibrato e completo di alunni e studenti, salvaguardando i principi di pari dignità e non discriminazione». Infastidito dalla polemica innescata sul tema è anche l’assessore provinciale competente Christian Tommasini che su Facebook non va per il sottile. «Diciamolo una volta per tutte: la cosiddetta "teoria gender" e' una grandissima bufala. Non trovo corretto che alcuni politici e alcuni media fomentino le paure e le ansie delle famiglie rispetto a temi così delicati. Non si specula sulla famiglia e sui bambini». Intanto ieri al giornale diverse telefonate dei genitori che chiedevano lumi sui progetti pensati dalla scuola dei figli: in sovrintendenza non hanno trovato risposte.

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