la tragedia di ortisei

Mirco, morto mentre lavorava sulla funivia: aveva scelto la val Gardena

Aveva 48 anni, era un operaio manutentore esperto. Toscano d’origine ma da quasi vent'anni viveva in Gardena. L'azienda: "Uno dei collaboratori più affidabili. Siamo increduli"


massimiliano bona e ezio danieli


ORTISEI. Mirco Balzano, 48 anni, era un operaio manutentore esperto. Toscano d’origine ma gardenese di adozione, visto che lavorava in zona dal 2004. Ieri mattina 18 maggio, verso le 9, era all’opera sull’impianto di risalita del Seceda, a una quarantina di metri dalla stazione intermedia. Era regolarmente legato e, secondo la prima ricostruzione dei carabinieri, nello spostarsi da una cabina all’altra la corda a cui era assicurato si è spezzata facendolo precipitare per 60 metri sotto gli occhi atterriti di un collega che si trovava all’interno della cabina.

La Seceda Spa: «Era uno dei collaboratori più affidabili: siamo increduli».

«Stavamo facendo i consueti interventi - spiega Lukas Obletter della Seceda Spa - in vista della riapertura estiva, prevista per i prossimi giorni. Non era mai successo nulla di simile ed è difficile dire cosa possa essere accaduto. Siamo tutti sgomenti per una tragedia che ci ha colpito nel profondo perché Mirco era una persona speciale, solare e sempre disponibile. Di sicuro era uno dei nostri dipendenti più esperti, visto che lavorava qui da 19 anni».

I genitori, un fratello e una sorella sono tuttora in Toscana mentre Mirco si era sposato e costruito una vita nella vallata ladina, tra le montagne che tanto amava. Aveva preso casa a San Pietro di Laion ma durante la stagione invernale lo si trovava quasi sempre alla stazione intermedia. «Per noi residenti - spiega l’ex sindaco di Ortisei Ewald Moroder - era un volto noto, familiare. Lo ricordo gioviale, generoso e sempre disponibile. Sapevamo delle sue origini toscane ma ormai era diventato uno del posto. Fatichiamo davvero a credere che possa essere finita in questo modo. Per una corda spezzata».

Un’inchiesta per capire le ragioni della caduta improvvisa.

In base alla prima ricostruzione dei fatti nel passaggio da una cabina all’altra l’operaio di Greve in Chianti, città metropolitana di Firenze, è caduto nel vuoto. Inutili, purtroppo, i soccorsi che sono stati tempestivi: il 48enne è morto sul colpo per il politrauma causato dalla caduta. Accertamenti in corso, da parte della Procura di Bolzano, per stabilire le cause della rottura della corda a cui era assicurato, come prescrivono le norme in materia di sicurezza. Profondo il cordoglio in tutta la val Gardena dove l’operaio era conosciuto e apprezzato. 

Sul Seceda sono in corso i lavori di manutenzione dell’impianto a fune in vista della riapertura dello stesso per la stagione estiva. Balzano, assieme a un compagno, stava operando su una cabina. E proprio nel passaggio da una cabina all’altra, all’improvviso, si è verificato l’incidente. La corda potrebbe aver urtato qualcosa ed essersi spezzata ma non si può escludere nemmeno un problema tecnico o un difetto. L’operaio ha perso l’equilibrio ed è precipitato nel vuoto. Un salto di oltre 60 metri che gli è costato la vita.

L’allarme è stato dato dal compagno di lavoro che ha allertato i soccorsi. Che sono stati vani. Il Pelikan e gli uomini del soccorso alpino non hanno potuto far altro che portare il corpo a valle dove è stato composto nella cappella mortuaria di Ortisei. Ai carabinieri e alla Guardia di Finanza il compito di accertare nei dettagli cosa possa essere accaduto e cosa in particolare abbia provocato la rottura della corda di sicurezza. Anche Lukas Obletter della Seceda Spa auspica che siano gli inquirenti a fare luce sulle cause della tragedia. «Non possiamo e vogliamo sbilanciarci ma lascio a chi di dovere il compito di accertarle. Resta il vuoto per aver perso un collaboratore preparato e motivato che in val Gardena ormai era di casa».

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