Monti resuscita l’asse Bolzano-Trento

Dai tagli ai bilanci al redditometro, dall’aeroporto ai negozi: rapporti più forti. Pan: «Lavoro di squadra»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La crisi e le manovre del governo Monti, ultima la spending review, hanno fatto il miracolo. È spuntato un nuovo asse Bolzano-Trento. Data per spacciata, riacquista peso l’entità politica regionale.

E’ stato uno spettacolo pressoché unico il vertice che mercoledì ha riunito giunta regionale, giunta provinciale di Bolzano e giunta provinciale di Trento per concordare una linea comune di difesa dell’autonomia. Ed è solo l’esempio più eclatante. Più cresce il timore di una svolta negativa di valore epocale, più si intrecciano i rapporti tra Durnwalder e Dellai , con le rispettive giunte, mentre i parlamentari invocano un migliore coordinamento.

Sul fronte dell’economia, il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan coltiva buoni rapporti con i colleghi trentini e austriaci e, sottolinea, «all’insegna del motto “chi fa squadra vince” sto cercando di irrobustire i contatti con il Nordest». Prosegue Pan: «Condivido la linea in cui si stanno muovendo Durnwalder e Dellai, prospettando una spending review locale, senza esservi costretti dal governo centrale».

Si punta su una alleanza politica, consapevoli che non è sufficiente aver la giurisprudenza dalla propria parte. E’ proprio di mercoledì una nuova sentenza della Corte costituzionale che dà ragione a un ricorso presentato dalle autonomie speciali (articolo a lato). Ma «non possiamo andare avanti a colpi di ricorsi alla Consulta», ha messo in chiaro Durnwalder, prospettando con Dellai una richiesta di intervento del presidente della Repubblica Napolitano e del presidente austriaco Fischer, oltre alla richiesta di incontro con il governo.

I primi scricchiolii si sono avvertiti a Bolzano sul finire del governo Berlusconi, quando i voti della Svp non erano più decisivi. Con il governo Monti è stato palese che l’autonomia gode ancora di uno status sulla carta (costituzionale), ma non negli atti delle leggi, che tagliano finanziamenti senza passare per la trattativa con le «speciali» garantita dallo Statuto. Affanni condivisi dai trentini, ai quali si aggiunge l’ansia di un affare internazionale, con Bolzano che chiama Vienna e Trento si trova in mezzo al guado.

Così nei mesi si è rafforzato il legame. Qualche esempio. Il decreto sulle liberalizzazioni nel commercio ha visto interventi all’unisono dell’assessore Thomas Widmann con l’omologo trentino Alessandro Olivi concordati in riunioni congiunte.

Inedita anche la conferenza stampa sul Durp dell’assessore Richard Theiner con il collega Ugo Rossi della giunta Dellai. Come detto, la trattativa con Roma, già sfociata nell’accordo di Milano del 2009, da allora ha visto Bolzano e Trento muoversi concordando le proposte da portare al governo, in particolare l’offerta di assunzione dei costi dei servizi statali sul territorio (450 milioni solo a Bolzano), per chiudere la stagione dei tagli non concordati.

Quasi simbolica a questo punto la proposta della Provincia di Bolzano a Trento di rilevare il 30% delle quote della società aeroportuale Abd.

I parlamentari Svp spingono per un coordinamento più convinto anche tra Province e loro stessi. Il senatore Oskar Peterlini racconta: «Dobbiamo predisporre gli emendamenti alla spending review. Ho chiesto ai presidenti Durnwalder e Dellai di farmi avere le loro proposte. Noi siamo praticamente soli, mentre loro hanno fior di uffici legali e dipartimenti».

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