Monumento, inchiesta sull’anello

La Procura indaga dopo l’esposto presentato dagli esponenti di Unitalia



BOLZANO. Il sostituto procuratore della Repubblica Igor Secco ha aperto un fascicolo sull’anello luminoso installato sul Monumento alla Vittoria in concomitanza con l’inaugurazione del nuovo percorso museale nella cripta. Al momento non è stato individuato alcun reato, ma il magistrato ha disposto degli accertamenti.

«Abbiamo fatto l’esposto - aveva annunciato solo pochi giorni fa il consigliere comunale Gianfranco Piccolin - a tutela del Monumento alla Vittoria».

« La facciata frontale del monumento - si legge nella denuncia - risulta oggi manomessa nella sua estetica a causa dell'apposizione, su una delle colonne frontali, di un'insegna circolare, installata probabilmente forando lo storico marmo della colonna, recante una dicitura luminosa scorrevole su tre livelli "BZ'18-'45 un monumento, una città, due dittature». Le contestazioni riguardano anche la cripta. «All'interno della cripta sotto il Monumento e specificatamente dedicata ai Caduti, sono stati apposti quattro "totem metallici", i quali proiettano, con tecnologia laser, una frase che va a ricoprire la scritta originaria e dedicata proprio ai Caduti per la Patria, andando di fatto a renderla illeggibile». Per Piccolin: «Il Monumento alla Vittoria è un monumento storico, soggetto alla tutela della legge. Non solo: si tratta di un Monumento dedicato ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, e in quanto tale, è soggetto di una tutela supplementare. Gli interventi di alterazione delle caratteristiche materiali e storiche sono vietati».

L’idea dell’anello è di Ulrich Prugger e Alfons Demetz di Gruppe Gut: «La richiesta - hanno raccontato - è partita dalla commissione di storici. Ci hanno detto: occorre che già da fuori si veda che dentro è tutto cambiato. Doveva essere un segno all'aperto. E visibile. Ma non troppo invasivo. All'inizio, nelle nostre prime riunioni, avevo pensato di riproporre le scritte sul frontone in un altro posto. Ma, come dire, democratizzate. Invece che in alto, ad altezza d'uomo. Poi le lettere sono finite sulla scalinata. Infine abbiamo guardato al budget: le lettere sarebbero state troppo costose. E, a ripensarci, anche troppo visibili. E allora abbiamo guardato alle colonne». Ed è “nato” l’anello.













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