l'inchiesta

Morta dopo l’operazione, sette medici indagati

La paziente, del 1941, è stata prima in ortopedia a Vipiteno e poi trasferita d’urgenza a chirurgia vascolare a Bolzano


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di accusa di omicidio colposo a seguito del decesso di una donna altoatesina sottoposta ad intervento chirurgico nel novembre scorso all’ospedale di Vipiteno e poi deceduta dopo essere stata trasportata in condizioni molto gravi all’ospedale di Bolzano dopo un problema vascolare sorto durante l’intervento. Le indagini sono ancora alla fase preliminare ma la magistratura ha disposto l’iscrizione sul registro degli indagati di sette medici ospedalieri, quattro dell’ospedale di Bolzano e tre in servizio all’ospedale di Vipiteno.

La vittima è una donna altoatesina di 75 anni sottoposta ad un intervento chirurgico nel reparto di ortopedia dello’ospedale di Vipiteno per la stabilizzazione di due vertebre. In sostanza alla donna avrebbero dovuto essere applicate alcune placche per la stabilizzazione di due vertebre che rendevano molto problematico alla paziente camminare e muoversi.

Anche il più semplice degli interventi chirurgici può ovviamente nascondere delle insidie. In questo caso, comunque, non si può dire che si trattasse di un intervento semplicissimo. La fissazione di alcune placche è un intervento chirurgico che punta a ottenere la stabilizzazione della colonna vertebrale ed eventualmente a risolvere la compressione delle strutture nervose quando presenti.

Per ottenere questi risultati si ricorre all'uso di mezzi di sintesi: si tratta di elementi realizzati in materiali di avanguardia utilizzati per ristabilire il giusto allineamento delle vertebre interessate. L'intervento in alcuni casi è guidato da un neuronavigatore, una sorta di "Gps" che grazie ad una mappa anatomica molto precisa guida la mano del chirurgo. Prima e durante l'intervento, infatti, viene eseguita una mappatura dettagliata delle strutture coinvolte. Per il momento non si sa come sia stato effettuato l’intervento. Resta il fatto che proprio durante l’intervento è stata provocata una lesione vascolare che in un primo tempo è stata affrontata dagli stessi chirurghi di Vipiteno.

La situazione ha però ben presto evidenziato situazioni problematiche. Le condizioni della paziente sarebbero peggiorate in poche ore, al punto che i sanitari la mattina successiva ne hanno disposto il trasferimento d’urgenza all’ospedale di Bolzano ove la donna è stata affidata al reparto di chirurgia vascolare ove la paziente è poi stata sottoposta a tre interventi che però non hanno avuto esito positivo. Anzi la donna, le cui condizioni generali di salute non sarebbero state buone, dall’ultimo intervento non si è più ripresa ed è deceduta.

A denunciare possibili responsabilità colpose da parte dei chirurghi ed altri medici intervenuti non è stata la famiglia della paziente ma la direzione sanitaria dell’Asl che ha ritenuto necessario segnalare la vicenda alla Procura della Repubblica. L’inchiesta è partita a novembre. I funerali della paziente deceduta non si sono ancora svolti perché è molto probabile che la Procura chieda al giudice delle indagini preliminari di disporre l’autopsia e una perizia necroscopica con incidente probatorio il cui esito, probabilmente, deciderà l’esito del procedimento. In questo contesto la Procura ha iscritto sul registro degli indagati sette medici, cioè tutti coloro che sono intervenuti a livello sanitario nella drammatica vicenda. Si tratta di un atto dovuto che permetterà a tutti gli indagati di nominarsi un avvocato e di avere titolo di seguire l’esame autoptico con propri consulenti.













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