Morte presunta per Irida Prantner, ma il mistero rimane

La Pranter è scomparsa nella notte del 13 luglio 2002: aveva 47 anni. Archiviata la posizione del marito. Restano molte domande senza risposta


di Susanna Petrone


BOLZANO. Alle 2.30 della notte del 13 luglio 2002, Irida Prantner avrebbe svegliato il marito Massimo Mirandola. Valigia in mano, gli avrebbe detto a chiare lettere che se ne sarebbe andata di casa, perché stanca dei litigi. Lui si sarebbe rigirato dall’altra parte dormendo profondamente. Da quel giorno, nessuno ha mai più visto Irida Prantner.

La donna, che all’epoca dei fatti aveva 47 anni, se ne sarebbe andata, abbandonando i suoi tre figli. Sono passati dieci anni. Dieci lunghi anni. Di lei rimangono alcune foto pubblicate sui giornali. E, soprattutto, mille dubbi e interrogativi. Nessuno sa che fine abbia fatto, il corpo non è mai stato ritrovato, ma intanto la burocrazia fa il suo corso: è stata avviata infatti la procedura per la dichiarazione di morte presunta. Per legge devono passare dieci anni. Se in questi dieci anni non si hanno tracce della persona scomparsa, allora la si può dichiararla ufficialmente morta.

Il caso di Irida Prantner, il «giallo» di via Rovigo, rimane ancora avvolto dal mistero. Chi la conosceva giura che la donna non avrebbe mai abbandonato i propri figli. Il marito, Massimo Mirandola, invece, ha sempre sostenuto che se ne era andata, portandosi 10 mila euro custoditi nella cassaforte dell’azienda di pulizie, che la coppia gestiva insieme. Subito dopo la scomparsa la Procura apre un’indagine, accusando il marito di avere ucciso Irida Prantner.

La Procura sosteneva che Massimo Mirandola, nella notte del 13 luglio del 2002, si sarebbe sbarazzato del corpo della donna dopo aver intestato il biglietto di una crociera all’amante filippina, facendo sparire il nome della moglie poche ore prima della partenza. Una vacanza che avrebbe dovuto saldare l’unione della coppia in crisi, ma che all’ultimo momento è stata fatta insieme ad un’altra donna.

Massimo Mirandola avrebbe atteso il rientro dalla vacanza per denunciare la scomparsa della moglie. Tre settimane dopo. Questo è solo uno dei tanti elementi, che nel 2002 fece partire una serie di accertamenti e che videro al centro dell’indagine l’uomo, che però si conclusero - in assenza di riscontri e del cadavere - nell’archiviazione. Secondo la difesa, Mirandola non aveva motivo di preoccuparsi della scomparsa di Irida. Pensava che la moglie, prima o poi, sarebbe ritornata a casa. Invece, sono passati dieci anni.

Presto, quando l’iter giudiziario sulla dichiarazione di morte presunta si sarà concluso, gli eredi di Irida entreranno in possesso dei beni che appartenevano alla donna. Dove sia finita, nessuno lo sa. Il caso potrebbe essere riaperto, solo se qualcuno si facesse avanti, raccontando nuovi particolari. Altrimenti, Irida Prantner risulterà ufficialmente morta e sparirà dalla lista delle donne scomparse.

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