Moschea, i musulmani: «Sentenza molto amara»
L’associazione: «Possiamo trattare col Comune o ricorrere al Consiglio di Stato» Jaoui: «Con questa amministrazione c’è un altro clima, speriamo di accordarci»
SALORNO. «Grande amarezza e delusione: questo è il nostro stato d’animo all’indomani della sentenza del Tar sul luogo di culto in zona produttiva a Salorno. Adesso dovremo parlarne in seno al direttivo»: queste le prime parole, a caldo, di Aziz Jaoui, membro del direttivo dell’associazione volontariato per l’integrazione. Due le strade aperte al momento: «Dovremo andare a parlarne in Comune, per capire se c’è davvero un nuovo clima nei nostri confronti. Valuteremo con il nostro legale se ci sono i presupposti per un ricorso al Consiglio di Stato».
Resta il fatto che l'amministrazione non ha mai autorizzato una variazione della destinazione d'uso e l'associazione musulmana che l'ha presa in affitto da una società immobiliare di Bolzano non è dunque in regola. Come ha sottolineato, anche di recente, il sindaco Roland Lazzeri - che ha partecipato anche al Natale islamico assieme a diversi mediatori culturali - in questi anni non ci sono mai stati problemi con i fedeli che hanno frequentato la moschea. Tra loro ci sono anche molte famiglie e bambini che studiano l'arabo e fanno diverse attività ricreative. La comunità islamica della Bassa Atesina - un centinaio di persone in tutto - non ha mai dato fastidio o creato particolari preoccupazioni ma ha il torto di non aver fatto le cose in regola dal punto di vista delle autorizzazioni. In particolare sarebbero state realizzate o spostate anche alcune tramezze per rendere funzionali i locali alla nuova attività, che di sicuro non può considerarsi produttiva. Adesso all'associazione volontariato per l'integrazione resta l'opzione dell’appello al Consiglio di Stato, che potrebbe anche decidere di acquisire ulteriori elementi e concedere una sospensiva. C'è chi sostiene, infatti, che il diritto di culto vada comunque garantito, come prevede la Costituzione. Il Comune potrebbe trovarsi - paradossalmente - nella condizione di dover reperire altri locali idonei in un'altra zona del paese. Come a qualsiasi altra associazione. Non è escluso nemmeno che la giunta - dopo aver ottenuto un pronunciamento favorevole dal Tar - decida di risolvere la questione. Magari parlando un po' di più con la comunità musulmana di quanto è stato fatto in passato.