Muffa negli alloggi Gli artigiani: «L’Ipes dà consigli sbagliati»

Il tecnico CasaClima critica l’opuscolo distribuito ai residenti «La colpa non è degli inquilini, ma di chi non risana le case»



BOLZANO. Muffa negli alloggi dell’Ipes. Per correre ai ripari l’Istituto ha diffuso agli assegnatari un opuscolo per spiegare come comportarsi, ma i consigli dispensati sono criticatissimi dai tecnici, che parlano addirittura di “sciocchezze tecniche colossali”, in pieno contrasto con le attuali norme sul risparmio energetico. Inesattezze e contraddizioni elencate puntualmente dall’esperto progettista CasaClima Fabrizio Agosti, che nelle settimane scorse aveva sistemato gratuitamente l’alloggio Ipes dei coniugi Rubino, realizzando loro un cappotto interno anti muffa.

Accanto ad alcune indicazioni corrette, nell’opuscolo c’è dell’altro. Il consiglio che maggiormente contrasta con la realtà tecnica dice: “Più spesse sono le finestre e più buono è l’isolamento termico, più spesso si deve arieggiare per evitare danni da umidità provocati dalla condensa dell’acqua”.

Il tecnico CasaClima Agosti spiega: «Il consiglio è assolutamente sbagliato: più è buono l’isolamento e di qualità, maggiori saranno le temperature superficiali delle pareti interne e conseguentemente minori saranno i problemi di avere muffe, così come lo spessore di una finestra non ha nessuna influenza sull’umidità ambientale; anzi, essendo maggiormente prestazionale in termini di isolamento termico, la parte interna della finestra conseguentemente sarà anch’essa più calda e quindi ridurrà eventualmente i problemi di generazione delle muffe».

Muffe che sono sempre generate dalla presenza delle spore nell’aria, e da determinate condizioni di temperature superficiali e di umidità ambientale che ne consentono e agevolano la proliferazione, «quindi gli unici sistemi per evitare la loro formazione sono quelli di innalzare le temperature delle pareti fredde e mantenere i livelli di umidità relativa dell’aria entro margini accettabili (tra 40 e 60%)».

Il consiglio Ipes, inoltre, «potrebbe configurarsi come una motivazione da parte dell’istituto per non eseguire i cappotti agli edifici esistenti, perché altrimenti gli inquilini dovrebbero continuamente arieggiare l’immobile per evitare la formazione di muffe con conseguenti elevate dispersioni energetiche, cosa assolutamente non vera, perché la corretta aerazione dell’immobile è da eseguirsi indipendentemente dall’avere o meno un cappotto nella propria abitazione».

Ma i consigli criticabili sono numerosi altri. Fra questi: “Invece di aprire parzialmente le finestre bisogna spalancarle”. Consiglio corretto, «se più avanti non si riportasse che alcuni fantomatici esperti consigliano di tenere le finestre continuamente semi aperte durante le fasi di asciugatura del bucato...» L’opuscolo, conclude il tecnico, «crea una condizione informativa che induce il lettore a pensare che i problemi di muffa all’interno degli alloggi Ipes sia sempre da lui causata per scarsa e inadeguata aerazione dei locali, mentre nella realtà i casi andrebbero esaminati uno ad uno, perché vi saranno molti casi in cui le muffe potranno formarsi a causa di temperature superficiali troppo basse delle pareti perimetrali dell’appartamento e pertanto in questi casi dovrebbe essere l’Ipes a provvedere al risanamento, realizzando adeguati lavori al fine di mantenere le condizioni di abitabilità degli alloggi».©RIPRODUZIONE RISERVATA













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