Multe già pagate ma non basta

Oltre 100 cartelle di Equitalia per infrazioni di 4 anni fa Automobilisti tratti in inganno dalle modalità di pagamento


di Simone Facchini


MERANO. Credevano di avere pagato correttamente quella multa. A quattro anni di distanza, invece, la sorpresa: Equitalia chiede per la stessa infrazione stradale il versamento di un importo che è più del doppio di quanto già sborsato. E non si tratta di un errore. Succede a tanti meranesi che stanno ricevendo a casa lettere dell'Agenzia di riscossione che agisce per conto della polizia municipale. Gli automobilisti cascano dalle nuvole, recuperano tra le scartoffie il bollettino postale che certifica l'avvenuto pagamento, e si chiedono dove sta l'inghippo.Per trovarlo ci si introduce in un labirinto di norme del codice della strada, disposizioni, sentenze, un groviglio nel quale sono coinvolti a vario titolo le poste, i vigili urbani, i tribunali e un legislatore davvero difficile da capire. «Fatto sta – commenta amaramente una vittima del sistema – che per una multa per divieto di sosta del 2008 che credevo di aver risolto con 40 euro circa, seguendo le disposizioni, ora me ne chiedono altri 70».

Tutto parte, a quanto pare, da un passaggio di ambigua interpretazione contenuto fino a un paio di anni fa nei verbali di violazione al codice stradale, nel paragrafo relativo alle modalità di estinzione: ci sono due bollettini postali allegati, A e B, che si differenziano di qualche euro, e si spiega con dubitevole chiarezza quando utilizzare l’uno o l’altro a seconda della spedizione delle raccomandate di notifica. È proprio in relazione alle raccomandate che si verifica il corto circuito che trae in inganno. In tanti hanno pensato di fare la cosa giusta utilizzando, subito dopo aver ritirato la prima lettera, il bollettino A.

Tuttavia avrebbero dovuto intuire – come, è davvero arduo capirlo - di usare l'altro bollettino, di qualche euro superiore poiché includeva le spese di spedizione della nuova raccomandata (che ancora non era pervenuta). In questo modo diversi pagamenti sono risultati incompleti e per questi la macchina amministrativa è andata avanti, con i suoi tempi. Fino a quando le somme non sono state iscritte a ruolo e, dopo quattro anni, sono partite le missive di Equitalia. Nelle quali si sommano l'importo inevaso e interessi altissimi, raggiungendo cifre che sono oltre il doppio di quanto già pagato.

«Sono oltre un centinaio le posizioni di questo genere, risalenti al 2008, 2009 e parte del 2010», spiegano alla polizia municipale dove con cortesia stanno spiegando a chi è stato raggiunto dalla lettera di Equitalia che la procedura è prevista per legge. «Da qualche tempo – aggiungono i vigili urbani - il problema è stato risolto predisponendo una tariffa unica e quindi anche un unico bollettino».

Comprendere secondo quale criterio abbia funzionato il meccanismo che ha originato il pasticcio, che infine va a colpire il cittadino che paga e lo fa in buona fede, rimane un esercizio assai complicato. C'è chi suggerisce di rivolgersi al giudice di pace: ma sull'esito non esistono assicurazioni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità