Musei provinciali, la città resta fuori dalla Consulta

Braccio di ferro tra Svp e opposizione sulla legge che riorganizza il settore Urzì: «Capoluogo bistrattato, vertici di lingua tedesca». Foppa: troppi precari



BOLZANO. Scintille sui musei provinciali. La giunta vuole riorganizzare il settore, ma la legge innesca uno scontro in commissione, con un muro contro muro tra maggioranza e opposizione. Diversi temi hanno inasprito ieri la discussione nella prima commissione legislativa del disegno di legge sui musei e le collezioni (n.122/17) firmato dall’assessore Florian Mussner (approvato con i voti della Svp, astenute le minoranze): il ruolo dell’Azienda musei provinciali, l’autonomia dei nove musei gestiti dalla azienda e dei loro direttori, la forte presenza di personale con contratti a termine, il gruppo italiano, il ruolo del capoluogo. Riassume Brigitte Foppa (Verdi): «Avevamo chiesto una audizione con i direttori dei musei, i sindacati e i rappresentanti delle guide per approfondire alcuni punti delicati, ma il capogruppo della Svp Dieter Steger ha messo il veto perché, dice, ci sarebbe una “inflazione” delle audizioni. Una motivazione assurda, che contraddice la disponibilità manifestata dallo stesso assessore e che ha fatto litigare, dopo, lo stesso gruppo Svp. Una inutile prova muscolare». Il disegno di legge conferma la possibilità di assumere personale a termine nei musei provinciali. Sottolinea Foppa: «È vero che serve una flessibilità per l’organizzazione delle visite guidate e le aperture stagionali, ma nei musei provinciali si è arrivati a un eccesso del precariato, anche con i voucher. Solo il 14 per cento dei dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato». Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) ha posto il tema di Bolzano: « No secco, anche delle altre opposizioni, alla mia proposta di inserire Bolzano nella consulta provinciale dei musei. Sarà il Consiglio dei Comuni a scegliere chi rappresenterà i Comuni: Bolzano sarà trattato alla stregua di Lauregno e Curon Venosta». Sempre Urzì ha poi sottolineato lo sbilanciamento tra gruppi linguistici ai vertici: «Solo un museo ha un direttore di lingua italiana e uno è di lingua ladina». Nel primo caso si tratta del Museion, che è un museo di diritto privato non gestito dalla Azienda, ma finanziato in larga misura dalla Provincia. Incalza Urzì: «Gli altri musei provinciali hanno struttura, organizzazione, direzione, quasi integralmente controllata da dirigenti di lingua tedesca». Il disegno di legge prevede, tra l’altro, che l’amministrazione dei musei provinciali sia affidata all’Azienda e le delibere relative al bilancio di previsione siano approvate dalla giunta provinciale su proposta del direttore della ripartizione Musei, sentiti i direttori dei musei provinciali. La legge disciplina anche i rapporti con collezioni e musei privati. (fr.g.)

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