Nadia e Tonino, novelli sposi da... 70 anni

Sono convolati a nozze il 26 febbraio 1946. E da allora, ogni giorno, si dicono: non perdiamoci di vista


di Filippo Rosace


BOLZANO. “Non perdiamoci di vista”. Mentre nelle stanze del palazzo di Casa Savoia si vivevano le trepidazioni che sarebbero sfociate nel risultato elettorale del 2 giugno (la nascita della Repubblica), tra i campi della bassa emiliana s’intrecciavano altrettante pulsioni ed emozioni che sarebbero sfociate nella promessa “non perdiamoci di vista” suggellata da Nadia (91 anni) e Tonino Blò (92 anni) il 26 febbraio del ’46. Tra quelle spighe sbocciò, difatti, il sentimento di due giovani che da quel giorno cominciarono a scrivere un romanzo d’amore che dura da settant’anni. Tra i campi ferraresi di Copparo, Nadia (all’anagrafe Nadira) si innamorò di quel giovane dal fisico da boxer ma dalla grande sensibilità. Un rapporto così forte da valicare ogni difficoltà, a cominciare dalle asperità quotidiane del dopoguerra. «Ci siamo conosciuti a Copparo – spiega Tonino mentre la sua Nadia lo osserva compiaciuta – lavorando assieme nei campi. Di lei mi colpì subito quell’atteggiamento scanzonato e gioioso che per me ha rappresentato una sorta di antidoto che ci ha permesso di superare ogni ostacolo. Sempre nel 1946 ci trasferimmo a Bolzano unitamente a tanta gente che arrivava dal Polesine, andando a condividere, assieme ad altri familiari, un appartamento in via Fiume. Poi, pian piano, ho cominciato a lavorare alla Lancia e questo ci permise di poter avere un appartamento tutto nostro qui in via Torino».

Nadia ascolta il suo Tonino senza perderlo mai di vista.

«È un marito eccezionale ha avuto sempre cura di me e delle nostre bambine (Luisa, Ornella ed Alberta) che hanno trovato nel loro papà il punto di riferimento sia in casa che fuori. Oggi che purtroppo in casa mi muovo con fatica è lui a prendersi cura di tutto: dalla spesa alle pulizie!». Nell’appartamento di via Torino il tempo è narrato dalle foto esposte in bella evidenza sin dall’ingresso che in quegli ornamenti (statuine, bomboniere ed altro) che Nadia ha ordinato dappertutto. «È stata sempre la sua passione – conferma il marito – guai a toccarli o provare a spostarli, la “vecia” protesterebbe».

“Vecia” e “vecio”, Nadia e Tonino si sono chiamati sin dai primi giorni di matrimonio, un altro modo particolare e giocoso di intendere il rapporto di coppia. «Diciamo che entrambi – aggiunge il genero Claudio – hanno caratteri molto simili: sempre allegri, sereni e con quell’inclinazione a sdrammatizzare ogni sorta di problema. Caratteristiche a mio avviso è difficile trovare nelle coppie di oggi». “Non perdiamoci di vista”, è il claim che da settant’anni brilla come un insegna luminosa sulla passione di questa coppia dall’unione di ferro, un attaccamento che, così come ci confermano i nipoti presenti, non ha mai subito una incrinatura. «Anzi – continua Claudio – tutt’altro. Il loro volersi bene ha rappresentato un esempio per tutti noi. Questa casa è sempre stata il loro nido d’amore. Vederli ancora oggi scambiarsi atteggiamenti affettuosi è importante anche per noi».

Oggi è prevista la grande festa per le nozze di ferro.

Giubileo che richiamerà parenti e tanti amici.

A proposito: tanti auguri anche dalla redazione dell’Alto Adige.

Nel turbillon di calici c’è da scommetterci che Nadia e Tonino si guarderanno con lo stessa emozione del primo giorno, come a dire “non perdiamoci di vista!”.

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