Negozi aperti 16 ore, 365 giorni l’anno

In viale Druso il primo mini market con orario dalle 6 alle 22. E arrivano i negozi automatici in servizio 24 ore su 24


di Davide Pasquali


BOLZANO. È la nuova frontiera del commercio in città: l’ampliamento a dismisura degli orari di apertura dei punti vendita alimentari. Si declina in due forme, diametralmente opposte fra loro per l’intensità d’impiego del personale. In un caso i negozi fantasma, completamente automatizzati, aperti 24 ore su 24, tutti i giorni. Dall’altra, i negozi gestiti da piccoli team, quasi familiari, con degli orari d’apertura spropositati: 16 ore al giorno, sette giorni su sette, per 365 giorni all’anno. Il primo mini market a oltranza ha aperto i battenti in viale Druso. Orario dalle 6 alle 22, gettonatissimo dopo le 19-20, quando il resto degli alimentari in città sono chiusi. Perché in tanti alla sera si ritrovano senza pane per la cena o senza latte per la colazione della mattina dopo o senza cibo per il gatto. E la domenica? Panini imbottiti per la gita fuori porta. Con tanto di pane fresco.

Automi. La tendenza è sempre più spinta e si rinviene in più branche commerciali. A ponte Resia, per dirne una, di recente ha aperto il primo distributore di carburante altoatesino esclusivamente automatizzato: quattro pompe, senza benzinaio, mai, neppure un’ora al giorno. Ci si arrangia a fare il pieno e si paga soltanto con il bancomat oppure con la carta di credito. C’è solo un custode, che fa capolino una volta al giorno per spazzare il piazzale e controllare che sia tutto a posto. Pagato poco, semplicemente perché poche sono le sue ore di lavoro effettivo. È la nuova frontiera voluta dalle grandi compagnie petrolifere. Ma le famiglie, quelle dei benzinai, a fine mese arrivano con difficoltà. Troppo pochi, quei 600-800 euro di paga.

Macchinette über alles. E poi ci sono i negozi automatici. Ne avevano aperto uno un paio di anni fa, nel tratto alto di viale Druso. A seguire, un panificio aveva inaugurato il suo punto vendita automatico in via Novacella, con pane fresco anche alla domenica. Tentativi sporadici, che ora, grazie alla crisi, stanno via via proliferando. I motivi sono sostanzialmente due: la moltiplicazione dei negozi che hanno chiuso, sono rimasti vuoti, e che magari ora si riescono ad affittare a prezzi modici o almeno calmierati; e poi, la facilitazione di non dover assumere personale da tenere in negozio per tutto il santo giorno. In entrambi i casi, spese ridotte all’osso. Solo chi riempie i distributori e li pulisce. Un esempio eclatante è la zona di piazza Mazzini e dintorni. In via Diaz ha aperto i battenti un negozio senza negoziante. Aperto 24 ore su 24. Dentro: snack, bibite fresche, bevande calde, caffè. Insomma, un qualcosa tipo le macchinette poste nei luoghi di lavoro, ma accessibile 24 ore su 24. Niente di straordinariamente originale, a ben vedere.

Attività di appoggio. Le macchinette automatiche, però, proliferano anche come attività di supporto, di appoggio al core business del tal punto vendita: chi non riesce, non vuole o non può ampliare l’orario di apertura, piazza fuori dalla propria attività una macchinetta automatica. Succede per esempio in piazza IV novembre, davanti al tabacchino. Accanto al classico - le sigarette - c’è un altro self 24 h. Bibite e snack. Un altro tentativo è alla farmacia Paris di via Firenze. Mica solo il classico, ossia la macchinetta dei preservativi. Ti serve il dentrifricio fuori orario? Niente paura, siamo attrezzati. Come per spazzolino, lenti a contatto, disinfettanti e altri prodotti para farmaceutici.

Il negozio fantasma. La vera novità è costituita però dal negozio automatico di piazza Mazzini. Via la vetrina dell’attività precedente, via la porta d’ingresso, telecamere di sorveglianza, cambiamonete. E due distributori. Si vende di tutto, con accostamenti anche piuttosto azzardati: dai preservativi al test di gravidanza, dal tonno al caffè, dalla pasta ai tortellini passando per il sale fine e grosso, dalle uova al detersivo per i piatti, dalla Nutella ai Tampax. Unica pecca, si paga esclusivamente in contanti.

Qui si lavora. Ventiquattr’ore al giorno non si può mica lavorare, perché bisogna anche riposare. Epperò... Al nuovo salone di parrucchiere Cocò di via della Rena (ex libreria Kolibri), dal martedì al venerdì si è aperti dalle 8 addirittura fino alle 21. In viale Druso, però, al civico 199, si fa anche di più: dalle 6 alle 22. La titolare è Nadiya Tsurkan, ucraina di origini moldave, a Bolzano da sette anni; tre anni al Caaf della Cgil come impiegata tributarista, poi l’apertura del bar Matrioska con negozio di delizie russe a ponte Roma. Ora, il salto nell’alimentare vero e proprio, con il supporto del panificio sudtirolese Eisenstecken, che fornisce pane anche alla domenica, e la distribuzione Poli per i freschi: latticini, salumi, a breve arriveranno anche frutta e verdura. Sembra di essere ripiombati in un emporio anni Settanta, quelli sotto casa dove trovavi di tutto, surgelati compresi. E in soli 50 metri quadri. Solo che qui si paga anche con la carta di credito. Si chiama Mix Markt, perché si propone una miscela di prodotti italico-esteuropei. È l’unico negozio in città a vendere specialità russe, ucraine, moldave, rumene e polacche; quasi tutto prodotto in Germania secondo standard Ue ed esportato da un’azienda veronese. È diventato punto di riferimento per gli immigrati, apprezzato anche dai locali. Tira soprattutto l’aringa. Ma qui si è andati oltre il solito etnico, ricreando un mini market rionale in una zona poco servita, supportato dalle offerte della grande distribuzione in grado di abbassare i prezzi rispetto a una normale latteria. Alla sera, i bolzanini arrivano dopo le 19-20, quando gli altri negozi sono già sbarrati. «Ogni sera, finiamo il latte...» Oltre alla titolare e al marito che dà una mano, due dipendenti più qualcuno a chiamata, se serve. Le ferie? «Le faremo a turno».

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