Negozi, i bilanci salvati dai meranesi

Il periodo prenatalizio è stato magro e c’è chi parla di calo del 20-30%, dovuto soprattutto ai turisti meno spendaccioni


di Ezio Danieli


MERANO. Un bilancio decisamente magro, quello degli affari nei negozi cittadini, passato il periodo prenatalizio, che in teoria dovrebbe essere d’oro. Non è andata benissimo - come in pochi speravano, a essere sinceri - ma neanche malissimo.La via di mezzo è stata garantita soprattutto dai clienti nostrani che, tutto sommato, le loro spese le hanno fatte. A complicare decisamente le cose, e in soldoni (per modo di dire...) a far mancare i loro acquisti, sono stati i molti turisti arrivati in città per il Mercatino di Natale. Sono stati loro infatti a far calare il volume degli affari, in maniera anche sensibile tanto che in certi negozi il calo è stato nell'ordine del 20-30 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Anno, il 2011, che oltretutto già non era stato dei più positivi a causa degli effetti della crisi e dei primi provvedimenti varati dal governo Monti.

Adesso sta per scattare il periodo dei saldi (in qualche negozio le svendite “interne” sono già iniziate) ma le prospettive sono tutt'altro che incoraggianti. Roberto Kuntner, del negozio di calzature nella parte inferiore dei Portici, conferma: «Il lavoro è stato inferiore rispetto alla vigilia di Natale del 2011. Ma non mi lamento. Sono comunque soddisfatto anche se ho preso atto, a malincuore, che sono stati soprattutto gli ospiti italiani a spendere meno del solito. D'altra parte con la serie di tasse che siamo chiamati a pagare, non si poteva certo pretendere di più in un momento in cui la crisi si fa ancora sentire».

Bilancio decisamente negativo anche nel settore dei giocattoli. Helmut Egebrecht, titolare del negozio Bimbo in corso Libertà, non nasconde il suo disappunto: «Siamo nell’ordine del 30 per cento in meno rispetto al periodo prenatalizio dello scorso anno. Abbiamo pagato sì il momento di crisi finanziaria internazionale ma anche e soprattutto l'arrivo dei grandi negozi nei centri commerciali da poco aperti. Cerchiamo, nonostante tutto, di proseguire l'attività. Ma la vedo dura. Chi mi dice che riuscirò a vendere ciò che ho già dovuto acquistare in vista, per esempio, del prossimo Carnevale?».

I conti quadrano invece alla gioielleria di Roberto Biasini, aperta sempre sul Corso. «E' andata meglio del previsto perchè, rispetto alla gestione precedente di mio padre e dei miei zii, abbiamo cambiato il tipo di merce. L'oro, attualmente, è a un prezzo proibitivo. E' stata positiva la nostra scelta di offrire prodotti in argento e quindi meno costosi. La crisi però si fa sentire anche nel nostro settore».

Tesi confermata da Samanta Cavalli che ha un negozio di abbigliamento nella galleria Marconi, fra corso Libertà e i Portici. «Per fortuna che non sono mancati i miei clienti meranesi. Fosse dipeso dai turisti, avrei potuto chiudere. Da quando è aperto il Mercatino ne saranno entrati tre, al massimo quattro. La crisi e le tasse da pagare si sono fatte sentire in maniera pesante. Ma nonostante questa difficile situazione, ho chiuso il bilancio di Natale sugli stessi livelli dello scorso anno. C'è un particolare che sta emergendo e che si sta consolidando: potenzialmente tutti vorrebbero acquistare ma nessuno ha la possibilità di spendere per ciò che vorrebbe. Sai che fatica, ogni volta, vendere qualcosa...».

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