A Vipiteno

Nei guai per il navigatore: sospetto trafficante assolto

Intercettato nel 2021 al Brennero, viaggiava a poca distanza dall’auto di una donna che trasportava 18 chili di cocaina. A collegare i due c’erano i dati trovati sul localizzatore della donna arrestata, già condannata a 8 anni



BOLZANO. Il 25 settembre del 2021, la Guardia di finanza li aveva intercettati poco dopo la barriera del Brennero. Entrambi quarantacinquenni, lei di nazionalità germanica, lui albanese, erano stati fermati in tempi diversi, a pochi minuti l'una dall'altro: prima la donna, che alla vista delle divise aveva mostrato un certo nervosismo. E ne aveva tutte le ragioni: sulla sua auto le Fiamme gialle avevano trovato 18 chili di cocaina con una purezza del 79 per cento.

Dietro di lei, circa cinque minuti più tardi, era arrivato l'uomo: sulla sua vettura non era stata trovata traccia di stupefacente, ma la Guardia di Finanza, sulla base delle indagini condotte e delle informazioni precedentemente acquisite, aveva ritenuto che i due fossero complici e che si muovessero separatamente, eseguendo quella che viene chiamata "staffetta", il cui scopo è quello di sottrarsi ad eventuali controlli.

In particolare, nella cronologia delle ricerche del navigatore sulla vettura guidata dalla donna (difesa da un legale di Milano e, nel frattempo, già condannata in primo grado a otto anni di reclusione), i militari della Finanza avevano trovato l'indirizzo del Comune di residenza dell'uomo. Elemento, questo, che secondo gli inquirenti collegava i due, a quel punto considerati complici.

Questo è stato uno degli elementi che ha portato il pubblico ministero a chiedere il rinvio a giudizio dell'uomo (tornato a piede libero poche ore dopo l'arresto), contestandogli il concorso nel traffico di stupefacenti. Accusa a cui si sono opposti gli avvocati difensori del cittadino albanese, il bolzanino Nicola Nettis e il collega Francesco Ceccherini del Foro di Firenze, che hanno chiesto e ottenuto il giudizio con rito abbreviato.

In quella sede, il pm aveva chiesto 8 anni di reclusione per l'uomo. Sull'altro fronte hanno insistito che non fosse indicativo e sufficiente il dato ritrovato nel navigatore per accertare che tra le due persone vi fosse una complicità nel trasporto in Italia di quell'ingente quantitativo di stupefacente. Il giudice ha accolto le argomentazioni dei due avvocati e ha assolto il loro assistito.













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