Nella valigetta nera la storia del gruppo Ana del quartiere Don Bosco

Antonio Giordani ha raccolto centinaia di foto: tutte le adunate dal 1949 agli anni Novanta



BOLZANO. Una valigetta nera, che racchiude due storie. Quella di un alpino bolzanino, e quella di un gruppo di alpini, la sezione Don Bosco dell'Ana. Antonio "Toni" Giordani, 83 anni, ha raccolto centinaia di foto dal 1949 ad oggi. Le ha catalogate con cura, annotando date, nomi, posti. Ci sono quelle della naia, certo: gennaio 1949, Sesto alpini di Bolzano.

C'è la storia di quando, durante una lunga marcia in montagna durata giorni, si sono dovuti mangiare uno dei muli morto in un crepaccio. Ma il "cuore" sono le foto che raccontano la storia del gruppo Ana di Don Bosco, nato negli anni Cinquanta nelle sale della parrocchia. Toni - va detto - è l'unico dei fondatori ancora in vita. C'è la storia di tutto il quartiere in questa valigetta nera, custodita con devozione dalla figlia Daniela. La famiglia Giordani abitava alle Semirurali in via Vercelli. Il gruppo Don Bosco faceva molto per il rione.

Ci sono le foto della befana alpina, delle gite, delle gare sportive. Un tesoro nel tesoro, sono le istantanee delle adunate. Tutte: da quella di Bolzano del 1949 fino al Duemila. Impressionanti quelle degli anni delle bombe, con la sezione alpini dell'Alto Adige che sfilava orgogliosa in tutte le regioni e città d'Italia: Sardegna, La Spezia, Pescara, Firenze, Torino. E ancora: la trasferta in Australia per il gemellaggio con la sezione locale. L'incontro a Roma nel 1978 con papa Wojtyla, che indossa il cappello da alpino.

Una vita dedicata agli alpini, quella di Toni Giordani. Una passione trasmessa a tutta la famiglia. Due dei suoi sette figli, Paolo e Luciano, faranno la naia tra le penne nere. «Nostro padre ha imparato a scalare durante la leva, un amore per la montagna che ha segnato tutta la sua vita», raconta Daniela. E un valore fondamentale: la solidarietà. Toni e il gruppo Don Bosco, nel 1977 vanno in Friuli, a Gemona, per dare una mano nella ricostruzione post-terremoto. Si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato duro. «Tasi e tira». (l.f.)













Altre notizie

Attualità