Nelle cantine del Civico un affresco medievale 

Continua il recupero di reperti straordinari da depositi e magazzini del Museo Dimenticati per decenni, verranno esposti nel nuovo giardino interno 



BOLZANO. Quando si sono fatti largo nelle cantine del museo si sono trovati di fronte quella che sembrava la custodia di un grande strumento musicale. Era appoggiata al muro, tutta impolverata. E hanno pensato ad un'arpa, tenuta lì dentro da anni. E invece no: è apparso un affresco. Probabilmente medievale. Sicuramente prezioso. Quasi certamente proveniente da una chiesa bolzanina, magari dal Duomo bombardato. Comunque un piccolo mistero che resterà in parte tale (quello della provenienza) anche quando, finalmente, l'affresco sarà esposto. Ecco, tra le tante sorprese, cosa nascondevano i sotterranei del Civico. Ed ora la notizia è che i piccoli e grandi tesori recuperati dal buio e dall'abbandono costituiranno uno degli eventi che attendono il museo tra breve: l'allestimento di un “lapidarium”. Una esposizione fissa e strutturata che comprenderà reperti di tutte le epoche, soprattutto di pietra o di marmo, dai secoli bui in cui Bolzano emergeva come città dei commerci e della nuova rete di comunicazioni nell'Europa dei vescovadi e del Comuni, al razionalismo modernista della città nuova. Bassorilievi, colonne, sculture, capitelli. E l'altra notizia è che questa grande raccolta sarà esposta nel cortile del Civico che ha appena concluso la sua ristrutturazione, con i reperti più preziosi che saranno conservati nelle vecchie centraline elettriche. «Ci lavoriamo da un anno - confessa Anna Vittorio, a capo della ripartizione cultura del Comune - e ora col nuovo direttore del Museo tutto questo patrimonio non rischia più di scomparire». Non è stato facile. È dai primi anni duemila che lì, in via Cassa di Risparmio, si stava consumando una fatica di Sisifo: prima i piani chiusi, poi un progetto abortito di ridisegno complessivo di tutta l'area, ancora qualche timida riapertura parziale, infine gli anni del silenzio e della stasi in attesa di nuove iniziative, infine la decisione di muoversi. Sia all'interno, con il riallestimento di alcune sale ai piani che soprattutto all'esterno, con l'avvio dei lavori per la risistemazione del cortile. Ma il lavoro che non si è visto è stato quello più difficile. Sotto, i depositi erano nel caos. In quelle cantine e locali sotterranei erano stati accumulati, nei decenni, reperti e oggetti di ogni tipo. In particolare quelli non catalogati e difficilmente catalogabili. Spezzoni di pietra lavorata, bassorilievi, alcune basi di colonne provenienti dal Duomo, capitelli, dipinti antichi. Quello che era stato raccolto in fretta dopo i bombardamenti dell'ultima guerra e tenuto lì in attesa di tempi migliori. E poi testimonianze dell'arte razionalista, come un confuso carico di una nave spezzata via da una tempesta e i cui oggetti erano finiti, isolati, a riva. La catalogazione sulle provenienze non si è ancora conclusa ma è terminato il lavoro di riordino. E quello che è ora a disposizione del Comune e dei vertici del Civico basta per allestire una considerevole raccolta di oggetti in pietra, un "lapidarium". «Quello del Museo è un cantiere aperto dal 2006 - aggiungono in Comune - e ora, dopo solo un anno di lavoro senza soste possiamo dire di aver raggiunto un primo risultato». È il loro significato di testimonianze resuscitate e dunque di nuovo vive del passato di Bolzano, che fanno di questi reperti un tesoro prezioso. In questi nuovi spazi esterni, verranno riposti anche oggetti provenienti da altri luoghi. Dunque, appuntamento a breve per scoprire il lapidarium. Forse prima dell'estate.

Paolo Campostrini













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