Neve, la città va in tilt Bus fermi senza catene 

Sindaco su tutte le furie: «Indagine interna, la Sasa ci dia delle spiegazioni» Troppo lento lo sgombero di strade e marciapiedi. Voragine in via Rosmini


di Davide Pasquali


BOLZANO. A memoria d’uomo, per una quindicina di centimetri di neve, Bolzano non si era mai ritrovata in simili pessime condizioni. Strade inagibili dall’alba a mezzogiorno - alla fin fine ci si è salvati perché ha iniziato a piovere, sciogliendo la neve - impossibile camminare, pedalare non ne parliamo nemmeno. E il peggio è stata la paralisi quasi totale, nelle due ore di punta, dei mezzi pubblici. Non quelli extraurbani, perché gli autobus Sad circolavano eccome. Di quelli urbani: Sad in panne, dalle 7 e rotti almeno fino alle 9.30. Perché? Pur sapendo che avrebbe nevicato - il meteo era inequivocabile - non si è ritenuto di dover dare ordine per il montaggio delle catene. E quando lo si è fatto, ormai, era troppo tardi. Il sindaco Caramaschi difende l’operato dei tanti mezzi e dei 160 uomini di Giardineria, Comune e Seab scesi in strada a sgombrare neve, mentre tuona contro la Sasa: pretesa un’indagine interna per stabilire dove stia la colpa. Intanto, ieri pomeriggio, è il caso di dire che ha piovuto sul bagnato. Parliamo della pioggia del dopopranzo in Trentino: arrivata a terra, a contatto col suolo gelido, si è trasformata in ghiaccio, rendendo il poroso asfalto drenante dell’A22 in una piastra da pattinaggio. Risultato: Autrobrennero bloccata per decine di chilometri. Tutti fermi. Per ore. Tanto da costringere decine di automobilisti all’innominabile: marcia indietro nella corsia di immissione in autostrada, dopo avere già superato le sbarre del pedaggio a Bolzano Sud. Una follia a rischio ritiro della patente.

Il primo ad andare su tutte le furie, ieri mattina, è stato il sindaco: «Di solito prendo il 5 in via Roen alle 7.20. Ho dovuto attendere fino alle 8.30! Me ne sono passati davanti tre, ma era impossibile salire a bordo: strapieni». Telefonata di fuoco ai vertici Sasa, società appena trasformata in house. Il sindaco ha preteso un’indagine interna urgente, i cui esiti dovranno essere comunicati stamane. La versione della direttrice, Petra Piffer, ieri era questa: «Sapevamo che avrebbe nevicato, abbiamo raddoppiato la squadra dei meccanici. Ma a priori non si può decidere di montare le catene. Se lo si fa e non nevica, i mezzi uscendo si danneggiano e danneggiano pure l’asfalto delle strade. I primi bus Sasa sono usciti alle 4. Con gli pneumatici invernali, se c’è qualche centimetro di neve, di norma è sufficiente. Alle 6 però la situazione ha iniziato a peggiorare. A quel punto, si è deciso di far montare le catene». Ma ormai era arrivata l’ora di punta, quando in pochi minuti escono 50 autobus. E per montare le catene a uno di quei bestioni minimo occorrono 20 minuti. Per non parlare dei doppi, gli autosnodati: più ruote motrici, serve più tempo per montare più catene. Ergo, tutti fermi. Con i pendolari a terra anche se il bus arrivava più o meno in orario. A bordo, posto zero.

Esattamente cosa sia accaduto non è dato sapere. Le ipotesi che circolavano ieri erano almeno due: la prima, smentita dal sindaco, diceva che gli autisti si fossero rifiutati di montar la catene: non è il loro mestiere. La seconda arriva dal consigliere comunale Sigismondi, che al riguardo ha presentato una interrogazione urgente in consiglio: pare che in Sasa non ci fossero fisicamente le catene, che verrebbero portate al deposito di via Buozzi solo in caso di bisogno. Da un fornitore esterno. «Che, evidentemente, non era stato avvertito». Comunque sia, oggi il sindaco renderà nota la verità ufficiale.

Passando alla causa dei problemi Sasa, la neve, Caramaschi ieri ha spiegato: «Dalle 20 alle 24 di domenica i mezzi spargisale hanno fatto avanti e indietro, riprendendo poi il lavoro alle 4 del mattino di lunedì; hanno potuto circolare indisturbati fino all’ora di punta». L’intensificarsi della nevicata, purtroppo, è arrivato proprio in concomitanza con l’orario clou: pendolari, entrata a scuola, arrivo al lavoro. «Gli sgombraneve a quel punto restano pure loro impigliati nel traffico». E anche se così non fosse, hanno una velocità di esercizio di 10 km/h. Ogni strada deve essere percorsa due volte. In città ci sono oltre 150 chilometri di strade. Calcolando che i mezzi presi con il nolo a caldo in caso di bisogno sono otto, facendo i conti della serva occorrono almeno quattro ore per rendere la città agibile. «Non possiamo acquistare mezzi che servono un giorno ogni tre anni e al bando di gara i privati ci hanno proposto otto mezzi con personale, non di più. Per questioni normative, inoltre, non è più come decenni fa, quando si potevano prendere operai a giornata, compresi gli studenti, per spalare neve». Alla fine dei conti, però, Caramaschi ammette: «Si può sempre fare di più, per il futuro studieremo se esistano delle soluzioni più efficaci».

Da segnalare infine che ieri sera una piccola voragine si è aperta sull’asfalto in via Rosmini. I vigili hanno dovuto transennare la zona.













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