«No ai sovranismi» e la Lega si arrabbia 

Le celebrazioni. Scintille a Trento alla Giornata dell’Autonomia per il discorso del governatore Kompatscher Il presidente: «Non “prima gli italiani” o “America first” ma tutti insieme». A Bolzano la cerimonia è filata liscia



Bolzano. Quello che 100 fa ebbe inizio come esempio di ingiustizia e procurò grandi sofferenze, oggi è esempio di convivenza e assegna a chi fa politica il compito di continuare ad agire con senso di responsabilità: questo il messaggio di fondo degli interventi dei presidenti dell’Euregio, Arno Kompatscher, Günther Platter e Maurizio Fugatti ieri a Palazzo Widmann per la Giornata dell’Autonomia, intitolata «100 80 50 Futuro-Memoria». Il 2019 è infatti l’anno in cui ricorrono i 100 anni dall’approvazione del trattato di Saint-Germain, gli 80 anni dalle opzioni e i 50 anni dall’approvazione del pacchetto.

Giardino interno pieno a Palazzo Widmann, dal prefetto Vito Cusumano, il vescovo Ivo Muser, i politici provinciali e i parlamentari. Tra questi, Maria Elena Boschi (Pd), venuta a «tentare» la Svp sul voto di fiducia al governo Conte in versione Pd-M5S. Se il convegno a Bolzano è scorso tranquillo, scossoni politici sono arrivati più tardi a Trento, nella analoga Giornata dell’autonomia. Kompatscher nel suo discorso ha attaccato i sovranismi. Se al tempo del Pacchetto ci fossimo mossi così, questo il senso del suo discorso, cosa avremmo ottenuto? In platea i leghisti l’hanno presa male, collegando le sue critiche al sovranismo di Salvini. «Passaggio inopportuno», protesta Mirko Bisesti, assessore provinciale e segretario leghista trentino. La Svp ha la Lega come partner in Provincia e Regione. «Si stanno riposizionando?», sospettano i leghisti trentini. Ma la Svp tutta, non solo Kompatscher, sui sovranismi non fa mai sconti. Tornando a Bolzano, passando per il ricordo dei traumi, delle lacerazioni, dei momenti bui del passato, lo sguardo dei tre presidenti è andato all’attualità. «Bisogna riconoscere che la nostra terra», così Kompatscher, «da un certo momento in poi ha avuto anche fortuna. Alludo alla fortuna che siano arrivate ad avere responsabilità di governo, persone dotate del coraggio del compromesso». Il presidente altoatesino ha quindi sottolineato che l’autonomia si basa sul concetto di responsabilità e per il futuro si è augurato che l’ispirazione venga dai valori che hanno ispirato i predecessori: pace, uguaglianza, giustizia, «valori che devono essere collegati ai concetti di solidarietà e rispetto». E anche qui un passaggio simile a quello che ha indignato i leghisti trentini: «Tutto questo non va fatto dando diritti di precedenza, “non America first, non "prima gli italiani", ma tutti insieme». In sala, come testimoni dell’autonomia, Luis Durnwalder e Roland Riz. Celebrato anche il convegno con gli storici Hans Heiss, Carlo Romeo e Martha Stocker.

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