No dell'Alto Adige all'Unità d'Italia, proteste dei turisti via e-mail. Gli albergatori: "Temiamo disdette"

Reazioni da tutta la penisola alla decisione della Svp di non partecipare ai festeggiamenti: "In Alto Adige ci siamo sempre trovati bene, ma questo è troppo"


Antonella Mattioli


BOLZANO. «In Alto Adige ci siamo sempre trovati bene, ma disapproviamo il fatto che la Provincia abbia deciso di non partecipare alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità di Italia». Viaggia via mail la protesta dei turisti italiani dopo l'annuncio del governatore Luis Durnwalder che la sua giunta (guidata dalla Svp, ma anche con il Pd a rappresentare gli italiani) non parteciperà alle celebrazioni per i 150 dell'Unità d'Italia in quanto "non c'è nulla da festeggiare".

Decine le mail arrivate all’Azienda di soggiorno di Bolzano e all’assessore provinciale al turismo Hans Berger _ che di mestiere fa l'albergatore _ contro la decisione della giunta provinciale di disertare tutte le celebrazioni per il 150º anniversario dell’Unità d’Italia, a partire dalla mostra sulle eccellenze territoriali delle Regioni in programma a Roma dal 26 marzo a fine luglio al Vittoriano e a Castel Sant’Angelo.

.Il timore tra gli operatori turistici della zona è che dopo le proteste, scatenate da una decisione rimbalzata con fragore a livello nazionale, possano arrivare le disdette oppure potrebbe succedere che clienti affezionati alle montagne dell’Alto Adige quest’estate scelgano un’altra meta.

«Purtroppo il rilievo dato a livello nazionale alla notizia - commenta il presidente dell’Azienda di soggiorno Dado Duzzi - ha provocato la dura reazione dei turisti italiani che contestano il fatto che l’Alto Adige non festeggerà l’anniversario dell’Unità d’Italia. Speriamo che la protesta si fermi allo sfogo via mail: il timore è che certe scelte possano creare disaffezione. Non possiamo permetterci di perdere clienti».

Reazioni simili a quelle di oggi si erano registrate nel 2009 per la segnaletica di montagna sempre più monolingue. Poi però tra i turisti italiani e l’Alto Adige era tornato il sereno. Adesso la nuova crisi che gli operatori turistici sperano non si traduca in un divorzio.
Mail di protesta sono arrivate anche a Berger, assessore e albergatore, ma nel caso specifico la contestazione è indirizzata a lui in quanto responsabile del turismo.

«Purtroppo - commenta l’assessore - a livello nazionale è passato il messaggio che la Provincia è contro i festeggiamenti. Non è così. Semplicemente abbiamo deciso di non parteciparvi attivamente, massima libertà però per tutti di aderire. Anzi, ritengo che gli italiani facciano bene a festeggiare». Berger è convinto che le polemiche si smorzeranno presto, perché “chi viene qui da anni conosce l’ambiente, sa cosa pensa la gente e non si fa influenzare dalle polemiche”.

La verità è che le mail dei turisti preoccupano. Il turismo, pur avendo risentito meno di altri settori della crisi, in questa stagione - forse per la prima volta - sembra meno brillante che in passato. «In questo momento - ammette Berger - abbiamo zone che soffrono perché sono quasi vuote e altre che vanno molto bene. Dobbiamo rassegnarci all’idea che con il 2010 la crescita è finita. Del resto, non si poteva pensare di continuare ad aumentare le presenze». Il presidente degli albergatori Walter Meister invita alla cautela: «Qualche segnale di crisi c’è, ma per i bilanci bisogna attendere la fine della stagione».

Sulla polemica in atto non si sbilancia ma conta sull’effetto Durnwalder: «Qualsiasi cosa si faccia non si riesce mai ad accontentare tutti, ma so che il presidente gode della stima degli italiani. Alla fine questo prevarrà su tutto il resto».

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