«Noi dei Comitati di quartiere siamo risorse per la città»

Dall’assessore critiche ai presidenti candidati in consiglio Bertoncello e Brocca spiegano le loro scelte politiche


di Simone Facchini


MERANO. Le dichiarazioni dell'assessore al decentramento Carmelo Genovese (Alleanza per Merano), critico nei confronti dei presidenti di comitato di quartiere che hanno deciso di candidarsi alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, provocano le reazioni di due diretti interessati. Marco Bertoncello, guida dell'organo rappresentativo di rione Maria Assunta e iscritto alla Civica per Merano, e Valentino Brocca, numero uno del comitato Maia/Mais e candidato per la lista capitanata da Paul Rösch inglobante i Verdi, non ci stanno a incassare in silenzio. “Se l'uso di questi organismi è quello di allevare candidati per le elezioni con i soldi pubblici allora non ci siamo”, aveva affermato Genovese (che non si candiderà più), parlando di un uso “non eticamente corretto del ruolo ricoperto” e della necessità di valutare, date le circostanze, "se tenere in piedi queste libere associazioni di cittadini, finanziate con denaro pubblico".

L'inizio di Brocca è al miele, con il riconoscimento del lavoro di Genovese per la valorizzazione dei comitati, ma subito dopo arriva la stoccata: "Ciò che lei ha fatto – scrive Brocca all'assessore - non lo ha fatto per farci un piacere, quello era il suo incarico ed era pagato dai cittadini. Se quelli per i comitati sono soldi sprecati, basta eliminarli e si risparmierebbe un assessore. Già adesso viene fatto quello che vogliono i soliti noti, cancellando i comitati si eliminerebbero un sacco di rogne per chi governa in Comune, ma si annullerebbe uno dei piccoli passi che sono stati compiuti verso la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica". Quanto ai soldi pubblici spesi per i comitati, Brocca la definisce "una goccia in un mare di altre spese ed è meglio tralasciare, vi sono ben altri sperperi".

Punto su punto, Brocca continua: "Gli statuti dei comitati di quartiere prevedono l’incompatibilità di cariche politiche con l’essere componente del direttivo di comitato, ma candidarsi non significa essere già consigliere comunale". E invita Genovese, "che è una vita che è in politica e ha sempre avuto un compenso per tale attività, mentre noi dei comitati no, sacrifichiamo il nostro tempo libero e spesso spendiamo di tasca nostra", a fare volontariato e "vedrà quanto è bello lavorare per gli altri in forma gratuita e poi sentirsi sotto accusa".

Infine: in questa legislatura Genovese è in maggioranza e al governo, "se ha gli ideali che dichiara, perché ha appoggiato una maggioranza che esprime un assessore che è entrato in politica dopo essere stato presidente di un comitato di quartiere mentre altri due sono consiglieri comunali? Questa è coerenza o convenienza politica?”

Più sintetica la posizione di Bertoncello, che al momento di candidarsi s'è autosospeso dalla carica di presidente: "Essere componente di un comitato di quartiere significa essere parte attiva della comunità. Operiamo quotidianamente e a stretto contatto con il territorio e con la gente, credo che per l'amministrazione questa esperienza costituisca una risorsa per la città, un valore aggiunto del quale fare tesoro". E conclude: "Se mi fossi proposto con un'altra lista, Genovese avrebbe usato gli stessi toni?"

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