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«Noi siamo famiglia», in piazza l’amore di due coppie di papà

L’evento della rete «Mutternacht» per promuovere gli strumenti per genitori in difficoltà. Le Famiglie arcobaleno: «Sindaci, aiutateci»


S.M.


BOLZANO. Anche Bolzano ha avuto la sua piazza del «pride», dell’orgoglio Lgbtqia+. Tante e tanti, bolzanini e non, sabato 13 maggio si sono fermati in piazza Municipio, incuriositi dall’evento organizzato dalla Haus der Familie con la rete «Mutternacht», che comprende 27 realtà e scegliendo simbolicamente la notte prima della festa della mamma vuole portare alla luce gli ostacoli alla maternità e pubblicizzare le diverse possibilità di sostegno.

Sul palco, due coppie di papà hanno raccontato le loro esperienze. Replicati al microfono, i piccoli gesti d’amore quotidiani disegnano scorci di vita, desideri tenuti nascosti troppo a lungo, scene di pannolini o di tazze roteanti a Gardaland. Ma anche frasi che feriscono e diritti civili da difendere e sviluppare. Nei racconti di Giuseppe Lo Presti (referente regionale delle Famiglie arcobaleno) e Antonio Ortone e di Christian e Danilo c’è l’amore di genitori, e molto altro. «Noi siamo famiglia», esordisce Danilo, «So che sarà bello quando nascerai, figlio mio, luce dei miei occhi, già sento il tuo profumo, già sento il tuo sorriso. Ci sei già, in fondo, in fondo al cuore. Già immagino amore puro, serenità, e poi crescerai seguendo i tuoi binari dove vorrai tu».

Danilo si chiede come affrontare i giudizi, le perplessità, le condanne: «Le condanne, quelle sono già arrivate. Voi come le affrontate, le seppellite sotto altre ferite? C’è chi dice che noi gay dobbiamo “accontentarci”. Ragazzi, ditemi voi come avete fatto, come fate, come farete. Noi siamo famiglia». «Si sentono urlare parole come “mercificazione”, “affitto”, “compravendita”, e sembra che nessuno voglia più parlare di amore», denuncia Antonio, «Figlio mio, sei molto di più e nulla di meno di ciò che speravo. Questo amore siamo noi, anche se qualcuno si ostina a dire che non esisto».

«Da quando è nato Mattia, ogni volta che penso a me, lui c’è», dice Giuseppe. Riferisce domande «preoccupate» degli altri, che spesso aprono nuove ferite. «In questi casi sorrido, perché ognuno ha i suoi pregiudizi. Anch’io li ho avuti. A me è mancato il respiro quando ho visto per la prima volta due papà che cambiavano un pannolino. È una questione di esperienza e di voglia di capire. A chi non la ha io sorrido, e lotto sempre più forte».

Christian consegna alla piazza una lettera d’amore: «Figlio mio, Noah, ci sono infinite cose che vorrei condividere con te. Vorrei parlare di matematica, con te, di medicina, di musica, di arte, di emozioni, di quanto la vita sia intricata, darti gli strumenti per gestirla. Non vedo l’ora di sedermi al pianoforte con te. Sorrido nel pensare ai momenti che passerai con papà Danilo mentre ti insegna le meraviglie delle lingue del mondo, dall’inglese al finlandese, e perché no, anche un po’ di vietnamita».

Alla fine, quando Antonio grida dal palco «Noi siamo famiglia», scroscia un applauso. Le coppie omogenitoriali si chiedono come si comporteranno, i sindaci delle loro città. L’altro giorno il sindaco di Trento Franco Ianeselli è andato a Torino per l’evento «Le Città per i diritti» insieme a colleghi che come lui hanno registrato atti di nascita di figli di coppie omogenitoriali. La procura di Trento ha aperto un fascicolo per valutare il suo operato. Lo Presti resta in attesa: «Ianeselli fa quel che può. È un’azione giusta, perché tutela l’infanzia. Noi siamo fiduciosi che almeno non ci sia un rifiuto assoluto». Il prossimo 3 giugno, alle 15, le Famiglie arcobaleno saranno in piazza Dante a Trento per il Dolomiti Pride, la manifestazione per l’orgoglio delle persone Lqbtqia+. L’evento di ieri sarà replicato a Trento, al parco delle Albere, il 2 giugno alle 18.30.













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