Nomi: scontro sull'accordo, Durnwalder: "Via la Vetta d'Italia"

Spiazza tutti il governatore, dando per scontato che cadranno denominazioni come «Vetta d'Italia» e «lago Rodella». Il testo garantisce i «nomi storici» in tedesco e ladino. Tommasini: "Fa fede il testo in italiano dell'accordo"


Francesca Gonzato


BOLZANO. Cartelli di montagna. Il giorno dopo la firma, piovono dubbi sull'accordo Durnwalder-Fitto. Spiazza tutti Durnwalder stesso, dando per scontato che cadranno denominazioni come «Vetta d'Italia» e «lago Rodella». Il testo garantisce i «nomi storici» in tedesco e ladino. Cosa significa?
Provincia e governo martedì, giorno in cui scadeva l'ultimatum posto dal ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, hanno raggiunto a Roma il compromesso sui cartelli di montagna. Mercoledì pomeriggio in commissariato del governo la firma del testo. Ieri il documento è arrivato nelle mani degli esponenti politici. E si è aperta la diga delle interpretazioni sulle ambiguità da sciogliere e sulle novità positive, come la commissione paritetica Stato-Provincia con 4 «esperti» delegata a risolvere i casi dubbi. Ma chi entrerà in quella commissione? Quanti italiani e quanti tedeschi? Anche su questo sono già iniziate le prime fibrillazioni. Al ministero fanno sapere: «La presiederà il commissario del governo».
Ha aperto le danze Luis Durnwalder. Secondo il presidente provinciale non ci sono dubbi: il testo permetterà di cancellare «nomi inventati da Tolomei come Vetta d'Italia o lago Rodella».
Vediamo perché. Alla base c'è l'interpretazione del passaggio-chiave del protocollo d'intesa che garantisce il mantenimento delle denominazioni «storiche» in tedesco e ladino e sancisce il bilinguismo soltanto nelle denominazioni di Comuni e «località». Ma se «località» in italiano ha una valenza estesa e può comprendere tanto una frazione quanto un lago, il testo tedesco dell'accordo parla di «Ortschaften», che indica le località abitate.
Nasce anche da qui dunque la presa di posizione di Durnwalder. Come reazione, precisazioni e richieste di chiarimento a Roma arrivate da centrosinistra e centrodestra. Anche il presidente del Cai Giuseppe Broggi parla di «un testo da chiarire».
Allarmato il finiano Alessandro Urzì: «Perché Durnwalder è così sicuro? Ci facciano capire qual è l'interpretazione autentica, perché un nome simbolico come Vetta d'Italia non può essere cancellato».
Si dichiara tranquillo il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini (Pd), che precisa: «Farà fede il testo italiano dell'intesa».
Il testo segnala che tra i 36 mila cartelli installati dall'Avs sui sentieri, l'autorità giudiziaria ha riscontrato 1500 denominazioni monolingui (ciascuna delle quali ripetuta in più cartelli). Provincia e governo hanno firmato un testo che punta, si legge, a risolvere una situazione che «evidenzia difficoltà oggettive, connesse all'attuazione del bi e, dove previsto, trilinguismo».
Questo dunque l'obiettivo dell'accordo, «favorire, nel rispetto dei valori costituzionalmente e statutariamente tutelati, l'attuazione del principio del bilinguismo». La novità consiste nell'individuare insieme, Roma e Bolzano, i principi che dovranno essere seguiti nella stesura dei nuovi cartelli e nella sostituzione di quelli contestati.
Durnwalder ha aperto il caso lanciando la propria interpretazione dell'articolo 5 del testo che regola le «indicazioni bi-trilingui da riportare sui cartelli». L'accordo prevede che vengano rispettati due ordini di criteri. Primo: «Indicazione delle denominazioni diffusamente utilizzate per i Comuni e per le località nelle rispettive lingue e delle informazioni generali».
Secondo, mantenimento, invece, «nella loro dizione originaria, in lingua tedesca e/o ladina, dei nomi storici ferma restando in ogni caso la traduzione di termini aggiuntivi come ad esempio "malga", "lago", montagna", "fiume"».
Durnwalder ieri ha festeggiato con lo staff e in famiglia il suo sessantanovesimo compleanno. Di ottimo umore, rivendica la sua interpretazione, basata sul termine tedesco utilizzato nel testo per «località»: «L'accordo prevede il bilinguismo solo in Comuni e Ortschaften, le piccole comunità abitate. Per il resto ci saranno i nomi tradizionali in tedesco. Si potrà discutere di alcuni nomi entrati nel patrimonio italiano, ma l'indicazione per lago Rodella dovrà diventare "lago Radlsee"». Durnwalder nega di essere il vincitore della partita, come qualcuno insinua: «Secondo Eva Klotz quel testo è un fallimento perché le località avranno anche il nome italiano».
Ma Urzì accusa: se viene chiamata in causa la Vetta d'Italia, «figuriamoci cosa succederà all'interno della commissione per decine di località meno simboliche».
Tommasini ribadisce: «Negli stessi ambienti del commissariato del governo confermano che farà fede il testo italiano. Ed è chiaro che in italiano il termine "località" comprende non solo le frazioni, ma anche luoghi geografici come i laghi o, appunto, la cima delle montagne. Monticolo, Vetta d'Italia e altri nomi non corrono pericoli. Confermo il mio giudizio: è un buon accordo perché contempera il principio dell'uso e della storicità».
Così anche il deputato Gianclaudio Bressa (Pd): «Durnwalder non ha appigli per annunciare la scomparsa della dicitura "Vetta d'Italia". Il protocollo d'intesa potrà forse essere stato scritto frettolosamente, ma ogni margine di ambiguità verrà comunque sciolto alla luce delle norme. Lo statuto garantisce il bilinguismo dei toponimi. Montagne e fiumi sono località geografiche di interesse generale, e quindi sono toponimi. Difficile immaginare che all'interno della commissione potrà passare una interpretazione discordante». Guido Margheri (Sel) annuncia: «Siamo pronti a presentare nuovi esposti, se ci saranno furbizie».

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