«Nomi tedeschi: è solo marketing»

Il Bauernbund: un'associazione privata non deve tradurre tutti i toponimi



BOLZANO. «Il fatto che nella brochure "Masi con gusto" i nomi dei paesi non siano stati tradotti, i nomi dei Comuni però lo sono stati eccome, è dovuto esclusivamente a considerazioni tecniche, di marketing. L'ipotesi che sullo sfondo ci sia una volontà politica è del tutto campata per aria. Inoltre, il Bauernbund, come associazione privata, non è affatto obbligata a tradurre tutto». È la dura reazione del presidente del Bauernbund, Leo Tiefenthaler, alla scoperta che dall'edizione italiana della guida dei masi altoatesini decine di toponimi italiani siano stati cancellati e sostituiti dal solo corrispettivo tedesco. Sul fatto poi che la pubblicazione sia stata edita col sostegno finanziario della Provincia, l'assessore competente, Hans Berger, si limita a dichiarare: «La brochure non è stata finanziata; avranno ricevuto un contributo, ma non so per quale ammontare. E comunque, quando mi chiedono un contributo per una pubblicazione, prima non è che mi faccio consegnare la brutta copia. Anche volessi, non ho tempo per leggere le bozze e vedere se hanno eliminato qualche toponimo italiano». Tornando al Bauernbund, in una lunga nota si specifica che gli ospiti italiani sono i benvenuti nei Buschenschänke, sono benvisti e apprezzano le strutture descritte dalla guida, riguardo alle quali fanno registrare opinioni positive. Perciò, prosegue Tiefenthaler, «creare adesso un caso politico sulla traduzione delle denominazioni geografiche pare inopportuno. Abbiamo tradotto i nomi dei comuni, non quelli delle frazioni. Questo non ha nessuna motivazione politica o etnica, quanto piuttosto tecnica, di marketing». Quali siano, in dettaglio, queste motivazioni tecniche, nella nota non viene spiegato; né in generale, né in dettaglio.
Comunque sia, si prosegue, «gli ospiti italiani non hanno mostrato di avere nessun problema al riguardo, tanto da accettare numerosi la nostra offerta». Va però ricordato che il Bauernbund fa parte del gruppo di lavoro delle associazioni per la toponomastica (insieme ad Alpenverein, Heimatpflegeverband, e Schützen), che nel 2003 inviò un dettagliato vademecum ai Comuni, applicato alla lettera da molti sindaci, su come eliminare nomi e definizioni in italiano.
Secca la replica di Tiefenthaler, «il Bauernbund, come associazione privata, non è affatto tenuta a tradurre tutto». Sul fatto che la pubblicazione sia stata finanziata dalla Provincia, nella nota non si fa cenno. Si tiene invece a sottolineare la buona volontà dell'associazione: «Il fatto che, oltre alla tedesca, esista pure l'edizione italiana, mostra chiaramente come gli ospiti italiani siano i benvenuti».
Intanto, per risolvere la questione toponomastica, arriva la proposta di uno dei 14 vicepresidenti del parlamento europeo, il germanico Rainer Wieland (Cdu) in questi giorni in vacanza in Alto Adige. Propone di stoppare qualsiasi iniziativa per un anno e di incaricare di redigere una proposta di legge una commissione di 15 esperti: 5 scelti a Roma da un elenco proposto dall'Alto Adige; 5 scelti viceversa dall'Alto Adige da un elenco fornito dalla Provincia; più altri cinque, esperti internazionali.

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